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Chirurgia ambulatoriale

  • Ablazione di lesioni cutanee

  • Asportazione chirurgica neoformazioni cutanee

  • Schisi lobo auricolare

  • Onicectomia

  • Correzione cicatrici

  • Controllo nevi

La maggior parte delle lesioni cutanee è priva di significato patologico e quindi benigna. Le principali sono piccoli angiomi cutanei, cheratosi seborroiche,fibromi penduli, verruche, nevi sebacei e xantelasmi. In tutti questi casi è possibile asportarle non chirurgicamente eseguendo una diatermia con elettrobisturi. 

Il trattamento di diatermocoagulazione è una procedura semplicissima che, con una minima anestesia e con una o al massimo due sedute ambulatoriali, consente di rimuovere efficacemente e radicalmente molte lesioni della pelle e delle mucose.

Le neoformazioni sottocutanee benigne maggiormente riscontrate sono le cisti sebacee e  i lipomi. 

In caso di cisti sebacee, l’asportazione dovrà essere eseguita rimuovendo la cisti in blocco con una piccola incisione; solo così si eviterà la possibile recidiva del problema. Anche per voluminose cisti del viso, facendo una sutura estetica intradermica, di solito la cicatrice residua sarà appena visibile. 

In caso di asportazione di un lipoma può essere necessario posizionare per 12-48 ore un piccolo drenaggio; che drenerà all’esterno piccole raccolte ematiche o sierose che potrebbero formarsi; risulterà alla fine una piccola cicatrice di lunghezza pari all’incirca al diametro del lipoma asportato. 

L’ intervento è generalmente fattibile in anestesia locale, a meno che siano in sedi particolari, profonde e/o di grosse dimensioni o in caso di lipomatosi multiple.

La rottura del lobo dell’orecchio è detta schisi o coloboma auris ed è definita come una divisione in due parti del lobulo. La lacerazione di un lobo auricolare è in genere la conseguenza di un trauma (strappo) accidentale o del peso eccessivo di alcuni modelli di orecchini. In molti casi la fissurazione non è completa e il foro appare come eccessivamente largo (coloboma parziale). In altri casi il lobo è fissurato in tutta la sua lunghezza (coloboma completo).

Non avendo nessuna ripercussione di tipo funzionale sull’orecchio è considerato un intervento con fini esclusivamente estetici pertanto non eseguibile con il servizio sanitario nazionale. A seguito dell’intervento residuerà una piccola cicatrice più evidente nelle prime settimane, ma destinata progressivamente ad attenuarsi e diventare praticamente impercettibile. L’orecchino può essere rimesso a distanza di circa 6 settimane.

L’onicectomia è l’intervento chirurgico di asportazione totale o parziale di un’unghia. 

Si esegue generalmente in caso di unghia incarnita. Chiamata anche col termine scientifico di “onicocriptosi”, l’unghia incarnita consiste nella penetrazione dell’unghia, o meglio delle sue porzioni anteriore e laterali, all’interno del tessuto che circonda l’unghia stessa. È un’affezione tanto comune quanto fastidiosa, dolorosa e, nei casi più gravi, anche invalidante. Colpisce prevalentemente le dita dei piedi, raramente anche quelle delle mani, e soprattutto l’alluce.

Le variabili che influenzano la formazione di una cicatrice sono molteplici: in generale, i soggetti con carnagione chiara hanno maggiore probabilità di presentare cicatrici di buona qualità rispetto ai soggetti con carnagione scura (mediterranea). Inoltre in alcune regioni del corpo quali la regione toracica, dietro le orecchie e sulle spalle, le cicatrici tendono per costituzione a risultare più evidenti.  A differenza di quanto comunemente si pensi, le cicatrici sono dei segni permanenti che non possono essere eliminati con nessuna tecnica chirurgica, ma soltanto migliorate. Una cicatrice stabilizzata può risultare esteticamente poco accettabile per motivi diversi, talora coesistenti; è compito del chirurgo plastico individuare la causa dell’inestetismo o della limitazione funzionale indotta dalla cicatrice, al fine di applicare la metodica correttiva più idonea a perseguire il miglior risultato correttivo estetico-funzionale.

Le cicatrici patologiche possono essere migliorate sia mediante trattamenti medici che chirurgici.
In ogni caso, prima di ricorrere ad un intervento di revisione della cicatrice è necessario attendere circa un anno dall’evento che ne ha determinato l’origine. La cicatrice ,infatti, va incontro a numerose trasformazioni che la rendono molto evidente soprattutto nei primi 2-4 mesi, fino a maturare e arrivare ad una conformazione definitiva. Durante questo periodo potranno essere adottate tecniche domiciliari atte a prevenire-migliorare la tendenza alla formazione di cicatrice patologica ossia: massaggio ripetuto più volte al giorno con pomate con gel di silicone, compressione continua (ove questo risulti possibile), occlusione con fogli di gel di silicone. Prima di ricorrere ad un intervento chirurgico di revisione della cicatrice sono usualmente presi in considerazione tutti gli altri possibili trattamenti medici volti a migliorare l’aspetto della cicatrice, soprattutto nel caso di cicatrici poco evidenti in cui l’intervento chirurgico potrebbe dare scarsi risulti. I trattamenti effettuati sono i seguenti:

  • Iniezione di cortisonici

 Trattasi di iniezioni ambulatoriali a livello cicatriziale di farmaci cortisonici (in genere Kenacort). Previste da 2 a 5 sedute (distanziate di 40-50 giorni) a seconda dell’estensione della cicatrice e della gravità. Costo 180 Euro a seduta, con utilizzo di una fiala di Kenacort.

  • Dermoabrasione

Consiste nella rimozione controllata di strati cutanei per permettere una spontanea guarigione con una minima  cicatrice. Può essere effettuata mediante peeling, needling, laser o essere una dermoabrasione meccanica. Costo 200-500 Euro.

  • Asportazione

Le cicatrici ormai stabilizzate (ossia quando sono trascorsi più di 18 mesi dalla loro formazione), possono essere trattate solo attraverso l’asportazione chirurgica e l’esecuzione di una nuova sutura estetica. Nei casi più complessi si può ricorrere a tecniche chirurgiche più complesse (plastica a “Z”) o con l’esecuzione contestuale di lipofilling per trattare le eventuali aderenze o infossamenti associati. Si eseguono in ambulatorio (salvo casi particolari), in anestesia locale, con applicazione di punti di sutura da rimuoversi dopo 7-14 giorni.  Costo 300-1000 Euro.

I nei o nevi sono macchie o rilievi della pelle molto comuni, benigni, costituiti da un accumulo di melanociti, le cellule deputate alla produzione di melanina. Possono essere presenti dalla nascita (nevi congeniti) o comparire in seguito (fino ai 30-35 anni). Esiste una notevole variabilità tra i tipi di nei: nel colore (un neo può essere marrone scuro, marrone chiaro, rosa, blu-grigiastro), nella forma (alcuni sono piatti, altri rilevati “a cupola”, altri ancora rilevati al centro e piatti in periferia), nelle dimensioni oppure nella consistenza. È anche possibile che il neo si modifichi negli anni: può cambiare colore, può diventare rilevato, può anche scomparire in parte o del tutto, etc. Inoltre, come la pelle normale, anche i nei possono infiammarsi, infettarsi o sanguinare se vengono traumatizzati. Alcuni nei sono costituiti invece da melanociti “atipici”, ossia da cellule con alterazioni della loro struttura: questi vengono chiamati “nevi displastici. La displasia può essere evidenziata solo con l’esame istologico, che permette anche di classificarla in lieve, moderata e severa. Dai nevi displastici talvolta può nascere un melanoma. Il melanoma cutaneo è un tumore maligno che origina dai melanociti “impazziti” della pelle. Può restare per mesi localizzato sulla pelle allargandosi in superficie, passando poi a crescere in profondità e a dare metastasi molto rapidamente. Se, in generale, è importante individuare al più presto un tumore maligno, questo è ancor più vero nel caso del melanoma, poiché le possibilità di sopravvivenza cambiano in modo rilevante se il melanoma viene scoperto in fase iniziale piuttosto che in fase avanzata: nel caso di melanomi localizzati nello strato più superficiale della pelle (“in situ”), la probabilità di essere vivi dopo 10 anni è del 100%.

Se durante il controllo dermatoscopico vengono rilevati nevi fortemente sospetti sarà possibile effettuare l’intervento di asportazione entro pochi giorni. L’intervento ambulatoriale verrà condotto in anestesia locale ed il materiale asportato verrà sottoposto ad esame istologico.

“Il melanoma scrive il suo messaggio sulla pelle con il suo inchiostro, ed è lì alla vista di tutti. Sfortunatamente alcuni vedono ma non lo comprendono.” (N. Davis)

Durata controllo nevi
20-60 minuti. Viene condotta osservando tutti i nevi con un dermatoscopio.

Anestesia
Si tratta di una procedura non invasiva e assolutamente indolore per cui non è necessaria

Frequenza controlli
Sarà lo specialista a decidere la necessità di ulteriori controlli con le relative tempistiche a seconda del numero di nevi atipici o del rischio relativo del soggetto in esame. Per soggetti fortemente a rischio sono consigliati controlli a 3-4 mesi.

Tipologia paziente
Chiunque deve sottoporsi, almeno una volta nella vita, ad una visita specialistica con esame dermatoscopico di tutti i nevi; in particolare devono essere sensibilizzati alcuni soggetti a rischio: 

• Chi ha avuto un familiare colpito da melanoma

• Chi è chiaro di pelle, con capelli biondi o rossi ed occhi chiari • Chi ha molti nevi e/o numerose lentiggini • Chi ha la pelle invecchiata dal sole o ha fatto abuso di lampade

A che età bisogna iniziare il controllo dei nevi?
Non esiste un’età precisa in cui si debba iniziare il controllo dei nevi perché questo dipende da caso a caso. In linea di massima i controlli periodici dovrebbero iniziare poco prima della pubertà per l’eventuale asportazione di nevi a rischio.

I bambini comunque dovrebbero essere valutati per la presenza di nevi congeniti al momento della nascita.

Nevi e gravidanza
Durante la gravidanza si consiglia di effettuare un controllo nevi in quanto il livello dell’ormone che stimola i melanociti è marcatamente aumentato durante la gravidanza e il melanoma è uno dei pochi tumori maligni che si può diffondere alla placenta.