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Domande generali

Chirurgo Plastico e Chirurgo Estetico sono la stessa cosa? E a chi devo rivolgermi?

Assolutamente no! Di fatto solo la specializzazione in “Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica” è riconosciuta a livello universitario, mentre NON ESISTE la specializzazione in chirurgia estetica. Questo titolo è spesso usato da chi ha frequentato un semplice master, con accesso a pagamento, spesso all’estero e per pochi mesi. La confusione è dovuta al fatto che, purtroppo, in Italia non esistono leggi adeguate a tutela del paziente per la scelta dello specialista in quanto qualsiasi laureato in Medicina e Chirurgia può praticare interventi estetici, anche senza specializzazione. Il tutto viene complicato dall’attrazione del campo dell’estetica verso molti medici che credono così di poter aumentare facilmente i propri guadagni senza correre rischi, in quanto viene ritenuta una chirurgia di “facile esecuzione”. Il percorso formativo imposto dal Ministero della Salute prevede, per il conseguimento della specializzazione in Chirurgia Plastica, dopo la laurea in medicina e chirurgia,un una ulteriore scuola di specializzazione a numero chiuso della durata di anni 5 – la Scuola di Specialità in Chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica – che include tra l’altro anche l’apprendimento di nozioni di altre specialità chirurgiche. Inoltre, non si può definire chirurgo plastico, chi non abbia esperienza di ricostruzione o patologia dei tessuti (dalla chirurgia della cute sino a quella dei muscoli e delle ossa). Coloro che hanno frequentato scuole estere, come il Brasile, la maggior parte delle volte hanno acquisito solo conoscenze sulla chirurgia estetica, senza aver acquisito nozioni di chirurgia ricostruttiva. Pertanto sino a quando gli interventi vanno bene, ognuno è in grado di sostenere la propria bravura, mentre quando insorge una complicanza solo in pochi sono in grado di capire e risolvere i problemi. In conclusione bisogna sempre informarsi se il chirurgo a cui ci si affida abbia una specializzazione congrua (guardare alla denominazione “specialista in chirurgia plastica” e non “chirurgo estetico “)

Una volta deciso per un chirurgo plastico come posso valutare se è la scelta migliore?

È durante la prima visita che potranno realizzarsi o meno i presupposti di un rapporto di fiducia basato anche sul proprio intuito ed istinto. Un buon chirurgo vi deve infondere fiducia e tranquillità e al tempo stesso deve dimostrarsi disponibile a rispondere alle vostre domande sulla propria qualificazione professionale, sulla propria esperienze e sulle proprie tariffe professionali. La visita non dovrà essere troppo breve, le spiegazioni tecniche dovranno essere sintetiche ma non troppo semplicistiche, l’esame dell’inestetismo dovrà essere fatta con accuratezza, dovranno essere sempre prescritti esami di laboratorio, non dovranno essere date garanzie sul risultato dell’intervento, ma si dovrà chiarire la possibilità di miglioramento estetico ottenibile con la tecnica applicata valutando bene le aspettative del paziente e dovranno essere discusse tutte le eventuali complicanze potenzialmente derivanti dall’intervento. Un buon chirurgo deve rispondere in modo esauriente e comprensibile alle vostre domande, deve fugare i vostri dubbi, discutere con voi delle vostre aspettative e nel caso non siano realistiche, indurvi a desistere da queste. Prestare attenzione ai medici che non rispondono o che eludono le vostre domande, che hanno comportamenti d’impazienza o di arroganza ed a medici che esercitano pressioni eccessive sulla vostra decisione o che vi inducono a sottopo

Perché devo pagare la prima visita quando vi sono chirurghi che la fanno gratuitamente?

Spesso per attrarre nuovi pazienti nello studio viene offerto il primo consulto gratuito. Tuttavia quella che in apparenza si presenta come un’offerta vantaggiosa in realtà non lo è affatto perché il paziente, risparmiando i pochi soldi sulla visita, rischia di pagare cento volte tanto sulle possibili complicanze e sulle correzioni post-operatorie. Infatti ci vuole molto tempo per fare una visita approfondita e per fornire un’informazione completa ed esaustiva sui trattamenti: è necessario ascoltare il paziente, capire le sue esigenze, visitarlo, raccogliere le informazioni necessarie, progettare l’intervento adeguato, fornire informazioni sul metodo e sui materiali usati, come sugli esiti dell’intervento, oltre che sulle possibili complicazioni. E questo tempo è fondamentale per la riuscita ottimale dell’intervento. Se crediamo che un chirurgo sia davvero uno specialista competente il suo tempo ha valore (come quello di qualsiasi altro professionista in qualsiasi settore). Il tempo che il chirurgo passa con il paziente deve necessariamente essere compensato in qualche modo. Se la visita è gratuita, l’unico modo per farlo è convincere il paziente a sottoporsi al trattamento anche quando, forse, non ce n’è davvero bisogno; non riuscendo né a fornire un parere davvero neutrale e “spassionato” ( magari sorvolando sui limiti e le possibili complicanze dell’operazione) né facendo un’analisi completa, accurata e personalizzata, e trovando la soluzione specifica.

Sono necessarie delle analisi prima di un intervento di chirurgia estetica?

Si. Questi accertamenti diagnostici, consentono di dare maggior tranquillità sia al paziente che al chirurgo. Le analisi necessarie vengono stabilite in base al tipo di intervento e alla storia clinica del paziente che viene indagata durante la visita. In individui sani, le analisi cliniche di routine necessarie per un intervento di chirurgia estetica sono: 
 ▪ esami del sangue: emocromo e piastrine, glicemia, azotemia, creatinina, P.T e P.T.T, gruppo sanguigno, sodio e potassio, enzimi epatici, 
 ▪ elettrocardiogramma (ECG);
 ▪ radiografia del torace, in presenza di specifiche patologie, nel caso di fumatori o persone anziane.
 Le analisi preoperatorie devono essere eseguite qualche tempo prima dell’intervento, al mattino a digiuno presso un qualsiasi laboratorio di analisi ed hanno una validità da 1 a 3 mesi. Verranno poi consegnate al chirurgo che, in accordo con l’anestesista e sulla base della storia clinica del paziente, valuterà la migliore opzione anestesiologica o se vi è necessità di effettuare ulteriori accertamenti diagnostici .

Cos'è il “Consenso informato”?

Prima dell’operazione si chiede al paziente di firmare il “Consenso Informato”, dove sono descritte tutte le informazioni che riguardano l’intervento: modalità, anestesia, tecnica utilizzata, convalescenza, rischi e possibili complicanze. È importante precisare che tutte queste informazioni devono già essere state trattate durante le visite e che, per assolvere al suo compito di atto medico e legale, il consenso non deve essere consegnato e firmato un minuto prima dell’intervento. Il paziente deve aver tempo per leggerlo, comprenderlo ed eventualmente chiedere ulteriori spiegazioni in particolare per quanto concerne le possibili complicazioni. Qualsiasi procedura chirurgica, per quanto piccola possa essere, comporta sempre la non prevedibile possibilità d’insorgenza di complicazioni generali, il cui tipo e gravita sono anch’esse non prevedibili. Il paziente ha pienamente diritto di informarsi sui rischi concernenti il suo intervento: di fatto, un’informativa completa, esauriente ed onesta deve contemplarli.  

Che tipo di anestesia verrà utilizzata?

La scelta del tipo di anestesia dipende dal tipo di intervento, dal giudizio del medico e anche dai desideri del paziente. Le opzioni sono l’anestesia locale, l’anestesia spinale, l’anestesia generale o la sedazione in respiro spontaneo. L’anestesia spinale viene utilizzata per interventi al basso addome o agli arti inferiori quali liposuzioni e/o lipofilling in queste aree, miniaddominoplastica, lifting cosce. In alcuni casi è più utile l’anestesia locale, come ad esempio nelle liposuzioni minori, nei lipofilling o nella blefaroplastica, per permettere al paziente di assecondare con i movimenti il lavoro del chirurgo che può così eseguire l’intervento con maggior precisione, mentre in altri casi è più opportuno che il paziente sia completamente sedato. Generalmente è possibile utilizzare per quasi tutti gli interventi la sedazione cosciente associata ad analgesia al posto dell’anestesia generale. Si tratta di uno stato indotto farmacologicamente che elimina l’ansia, l’agitazione psicomotoria, e il dolore causato da procedure invasive. Il livello di sedazione è profondo in quanto affievolisce la capacità del soggetto di rispondere a stimoli tattili e verbali, preservando tuttavia il controllo del respiro. Questa tecnica offre ottime garanzie di sicurezza e non comporta particolare fastidio o dolore, permettendo anzi di evitare i rischi e il disagio post operatorio dell’intubazione dell’anestesia generale e  permette di solito al paziente, una volta eseguito l’intervento, di essere dimesso in giornata e di ritornare a casa in condizione di assoluta tranquillità.

Chi esegue l'anestesia?

L’anestesia locale viene eseguita direttamente dal chirurgo, mentre la sedazione, l’anestesia spinale o l’anestesia generale vengono eseguite dall’anestesista. Il medico anestesista, dopo aver valutato lo stato di salute generale del paziente e visionato gli esami clinici preoperatori, esegue l’anestesia e sotto la sua sorveglianza e responsabilità avviene la fase del risveglio e di ritorno alla normalità. 


Quanto costa un intervento di chirurgia estetica? Perché si trovano tante differenze di prezzo?

Ci sono molte voci che possono incidere sul costo di un intervento chirurgico. Bisogna sempre considerare che ci sono dei costi fissi, come l’onorario della clinica (sala operatoria e personale infermieristico), i materiali utilizzati (come farmaci, strumenti, fili di sutura, drenaggi, medicazioni ed eventuali protesi), onorario dell’anestesista, e prezzi variabili che comprendono anche l’onorario del chirurgo. Prezzi eccezionalmente convenienti sono sempre il risultato di un risparmio sulle prime voci, ovvero sulla sicurezza dei mezzi impiegati. È fondamentale, quindi, accertarsi che l’intervento venga eseguito in strutture autorizzate e con materiali sicuri. La legge italiana vieta interventi chirurgici al di fuori di strutture sanitarie idonee; eseguire interventi presso studi medici che non hanno ambienti tali da garantire un ricambio continuo dell’aria, delle zone filtro per evitare la contaminazione dell’ambiente operatorio, presidi di rianimazione o un sistema di trasporto proprio per il paziente in caso di emergenza in altre strutture non garantisce l’incolumità del paziente in caso di emergenza. Per quanto riguarda i materiali utilizzati basti pensare al caso emblematico delle protesi mammarie. L’impiego di protesi di qualità scadente, fa si risparmiare dei soldi, ma può pregiudicare il risultato a distanza di tempo, e si ripercuote sulla sicurezza del paziente. Si pensi che a livello mondiale le ditte Mentor e Allergan sono le uniche ad aver avuto l’autorizzazione dalla “Food and Drug Administration” all’impianto di protesi mammarie al silicone e difatti sono garantite a vita. Per concludere bisogna sempre valutare un intervento chirurgico nella sua globalità, e non fermarsi solo sul prezzo.

Gli interventi di chirurgia estetica possono essere mutuabili?

Un qualsiasi intervento chirurgico per essere mutuabile, ossia eseguito a carico del Sistema Sanitario Nazionale senza spese da parte del paziente, deve essere funzionale, ovvero modificare la funzione e la funzionalità dell’organo che erano compromesse prima dell’intervento. Nel caso della chirurgia plastica estetica l’intervento non riguarda alcuna componente funzionale, ma solamente la mera estetica (senza quindi implicazioni patologiche o funzionali) e quindi non è mutuabile. Il ricorso al Sistema Sanitario Nazionale può essere giustificato solo in particolari condizioni cliniche, come ad esempio nel caso della deviazione del setto congenito o post traumatico.

Perché verrò fotografato prima e dopo l'intervento?

Le fotografie, in chirurgia estetica, rappresentano un indispensabile elemento diagnostico. Sono eseguite prima e dopo l’intervento e sono allegate, quale documentazione clinica, al fascicolo personale del paziente. Le fotografie possono essere utilizzate dal chirurgo per discutere l’intervento con i pazienti e/o possono essere utilizzate a scopo scientifico con assoluta garanzia dell’anonimato e comunque previo consenso informato del paziente.

Posso vedere le foto dei risultati raggiunti da altri pazienti?

Si è possibile. In chirurgia plastica è prassi eseguire delle foto del pre e post-operatorio; quindi, se richiesto, è possibile farvi vedere dei risultati dell’intervento che vi interessa. Naturalmente a condizione che i pazienti fotografati abbiamo dato il loro consenso altrimenti si violerebbero le leggi sulla privacy. È bene ricordare comunque che ogni paziente e ogni intervento sono unici per cui le fotografie di casi analoghi non sono una garanzia di risultato.

Perché a volte sono necessari dei ritocchi dopo l'intervento?

In chirurgia estetica non è sempre possibile predire con assoluta precisione il risultato finale. A volte può capitare di dover fare un piccolo intervento correttivo a distanza di qualche mese non per modificare l’intervento originale ma per sistemare quelle piccole irregolarità che si rendano manifeste a guarigione avvenuta quale ad esempio una cattiva guarigione delle cicatrici. L’eventuale ‘ritocco’ si effettua di solito in anestesia locale ed e’ per lo più di breve durata. Tutto questo va discusso preventivamente con il chirurgo che eseguirà l’intervento.

Esiste un intervento che non lascia cicatrici?

No. Qualunque intervento chirurgico procura necessariamente delle cicatrici. Tutte le tecniche chirurgiche cercano di nascondere il più possibile i segni del bisturi (ad esempio all’interno del naso, nel cuoio capelluto, nell’inguine) ma, comunque, la cicatrice c’è sempre. Il chirurgo utilizzerà tutte le tecniche volte ad ottenere una buona cicatrice, sottile e situata allo stesso livello della cute circostante. Si deve comunque attendere 8-12 mesi perché le cicatrici maturino definitivamente, appiattendosi e divenendo più bianche e sottili. E’ quindi evidente che il paziente dovrà attendere il tempo necessario per la stabilizzazione della cicatrice, prima di poterne osservare l’aspetto definitivo. Durante tale periodo è importante osservare le raccomandazioni del chirurgo: foto proteggere la cicatrice, massaggiarla con specifiche creme elasticizzanti, diminuire il fumo di sigaretta, riprendere l’attività fisica solo dopo il periodo consigliato. In alcune pazienti il processo di cicatrizzazione può risultare in cicatrici ipertrofiche o cheloidi. Tale possibilità non è predicibile prima dell’intervento, anche se assai rara Qualora si verificasse l’insorgenza di una cicatrice inestetica, sarà sempre possibile ottenere dei miglioramenti mediante terapia medica o chirurgica.

Perché periodicamente si sente parlare di “tecniche innovative”?

Ogni tanto capita di leggere un articolo o vedere un servizio televisivo che tratti “tecniche innovative” parlando in termini sensazionalistici di procedure rivoluzionarie che sostituiscono le tecniche standard. Nella stragrande maggioranza dei casi si tratta o di piccole variazioni della tecnica chirurgica enfatizzate (liposuzione e liposcultura sono sinonimi), o peggio di tecniche nuove pubblicizzate senza il dovuto controllo a distanza degli effetti su più pazienti. Ormai la chirurgia estetica è un “affare” in mano a molti, specialisti e non, e ognuno cerca di differenziarsi rispetto agli altri pubblicizzando una novità e promettendo che non ci saranno cicatrici o che non si avvertirà nessun fastidio. Si scopre poi che non è così o perché “fatalità” il vostro caso è particolare o rischiando di trovarsi vostro malgrado coinvolti in sperimentazioni con risultati discutibili Ricordiamo infine che in campo medico legale si definisce “imprudenza” l’uso di un trattamento la cui efficacia non sia documentata, al posto di uno la cui efficacia sia certa e comprovata.

Ho visto in TV la pubblicità di Centri di Chirurgia Estetica con sedi sparse in tutta Italia: come funzionano? Mi posso fidare?

 Negli ultimi anni vi è stato un notevole aumento di centri di chirurgia estetica tipo “Corporación Dermoestética” (le cui filiali italiane risultano ormai chiuse). Spesso si presentano con campagne pubblicitarie massive ed accattivanti e molti pazienti sono allettati dalle offerte pubblicizzate. È giusto, quindi, chiarire alcuni aspetti su questi centri. Innanzitutto il primo approccio si ha con una figura non laureata in medicina che ha solo lo scopo di confortare il paziente e convincerlo all’intervento; solo in un secondo momento compare il chirurgo. Molto spesso non si tratta di specialisti di chirurgia plastica e non si riesce ad accedere al loro curriculum oppure vengono fornite informazioni generiche e poco attendibili. Questo perché non molti bravi specialisti sono disposti a lavorarci visto che sono pagati con bassissime percentuali su ogni intervento e anche perché devono, per contratto, limitare tutti i contatti interpersonali con i pazienti per non dare l’impressione di volerli “rubare” al centro stesso. Con queste premesse non stupisce che nel corso dei mesi alcuni chirurghi mettano fine al loro contratto e che altri chirurghi possono avvicendarsi, con il fondato rischio di non essere operati dallo stesso professionista che ha eseguito la visita. Spesso è richiesto di versare l’intero importo dell’intervento come anticipo e se, come talvolta succede, l’operazione non viene più eseguita per problematiche dovute ad accertamenti pre-operatori, la garanzia della restituzione della somma versata non è sempre certa. Per non parlare poi di cosa succede in caso di insoddisfazione da parte dei pazienti: difficoltà a comunicare con il chirurgo operatore, i rapporti tornano ad essere con il personale non medico del centro ed, in casi estremi, le comunicazioni sono demandate ad avvocati ben pagati dalle strutture in oggetto. Insomma vi è una completa svalutazione del rapporto medico paziente e di certo non si può creare quella fiducia necessaria ad essere operati e seguiti con assoluta tranquillità. 

 

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