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Seno

Devo fare la mastoplastica additiva: che protesi avrò e come verranno inserite?

È difficile prevedere quale si rivelerà la soluzione più indicata per ogni singolo caso: è una decisione che il chirurgo valuta personalmente con la paziente al momento della visita. La scelta della tecnica operatoria infatti richiede una valutazione qualitativa e quantitativa dei tessuti e una valutazione della conformazione della gabbia toracica. Da questi elementi, in sostanza, dipenderà la scelta di forma, volume e dimensioni dell’impianto, ma soprattutto, la scelta dell’incisione chirurgica (solco sottomammario, periareolare, cavo ascellare). Il volume e le dimensioni dell’impianto da utilizzare dipendono quasi esclusivamente dall’esame obiettivo, dalle misurazioni effettuate e anche dai desideri della paziente. In generale è possibile affermare che la scelta corretta dell’impianto è quella che ci darà un risultato post-operatorio più naturale possibile, rispettando sia l’equilibrio della regione toracica che di tutto il corpo. Ma intanto alla paziente possiamo offrire fin da subito una certezza: l’impianto sarà di marca Allergan, con garanzia a vita.

È preferibile avere le protesi al di sotto o al di sopra del muscolo pettorale?


Le protesi possono essere poste in una tasca retro ghiandolare, retro muscolare o parzialmente retro muscolare. La scelta sulla loro posizione è valutata dal chirurgo che valuterà il tipo di tessuto dalla paziente e la entità dell’ingrandimento da realizzare Non esiste un posizionamento perfetto. In generale, con un seno molto piccolo è più indicato il posizionamento sottomuscolare o la tecnica “Dual Plane”. Quando invece vi è un adeguato spessore del tessuto mammario, la protesi verrà posizionata in sede retromammaria.
Questo tipo d’intervento richiede un tempo limitato che non supera quasi mai l’ora.
Grazie alle moderne tecniche anestesiologiche è possibile evitare il ricorso alla anestesia generale, il che rende più sicuro l’intervento.
Oggi grazie alla ipnosi combinata al blocco intercostale, l’intervento può essere eseguito a paziente sveglio e senza dolore; grande vantaggio per chi per motivi particolari non può subire l’anestesia generale.

Dopo la mastoplastica additiva si vedrà che è un seno “finto”?

Per avere un seno rifatto senza essere marcate come “ donne con il seno finto ”, basta non esagerare con le dimensioni del seno: l’aumento del seno deve essere proporzionato al fisico della donna. Un altro effetto che può far sembrare il seno poco naturale e quindi rifatto è il rigonfiamento della parte superiore del seno dovuto alla sporgenza delle protesi. Per evitare questo effetto basta utilizzare le protesi anatomiche o “a goccia”.

Quali rischi comporta l’intervento di mastoplastica additiva?

La quasi totalità delle complicanze a medio e lungo termine della mastoplastica addititva sono legate all’utilizzo di protesi: non si può escludere la possibilità che la protesi stessa si rompa, o che venga rigettata. In questo consiste, sostanzialmente, la contrattura capsulare: si tratta di una  reazione da corpo estraneo. Quando è grave, può provocare dolore e mal posizionamento dell’impianto. Si rendono quindi necessari interventi locali (rottura manuale della capsula) o la sua asportazione e successiva sostituzione. La frequenza di contrattura capsulare è drasticamente diminuita grazie all’utilizzo di impianti a superficie testurizzata (rugosa) e collocati in posizione retroghiandolare. Purtroppo è invece accertato che una piccola percentuale di protesi vanno incontro a rottura spontanea dopo un certo periodo di tempo, richiedendo la sostituzione. In realtà la rottura delle protesi di ultima generazione non causa alcun sintomo, e la paziente non si rende neanche conto dell’ avvenuta rottura. Di norma, comunque, una volta diagnosticata la rottura di una protesi (mediante ecografia o, preferibilmente, risonanza magnetica), si procede comunque alla sua sostituzione, sia per motivi estetici sia per la frequente presenza concomitante di contrattura capsulare

É necessario il ricovero in clinica dopo l’operazione di mastoplastica additiva?

Una mastoplastica additiva può essere eseguita sia in anestesia generale che in sedazione ed anestesia loco-regionale. Quest’ultima è decisamente quella che preferisco e che utilizzo maggiormente. Infatti permette sia di evitare i rischi ed i fastidi dell’anestesia generale sia di praticare l’intervento in regime di day surgery, ritornando a casa lo stesso giorno e senza prescrizione di particolari analgesici per il perdurare del blocco intercostale dato dall’anestesia locale. Comunque a scelta del tipo di anestesia dipende dal tipo di intervento, dai desideri del paziente e dal giudizio del medico, precisando comunque che la tecnica con sedazione offre ottime garanzie di sicurezza e non comporta particolare fastidio o dolore.

Al tatto si possono sentire le protesi mammarie?

La naturalezza del seno e la morbidezza al tatto sono il risultato di un perfetto posizionamento delle singole protesi: siano esse inserite sotto ghiandola, sotto muscolo o misto l’adeguata “copertura” non permettere di avvertirla al tatto. Tuttavia se la paziente dopo la mastoplastica additiva dovesse dimagrire drasticamente e dato che il tessuto mammario è composto prevalentemente di grasso, la protesi avrà una copertura carente e potrebbe allora essere avvertita al tatto. Si consiglia quindi di avvicinarsi all’intervento con il peso forma desiderato e stabile nel tempo.

Le protesi mammarie tendono ad essere più fredde rispetto al resto del corpo?

Le protesi del seno hanno la stessa temperatura del corpo ossia la stessa temperatura che avrebbero le mammelle senza protesi. Una mammella molto piccola è sempre aderente al corpo e di conseguenza viene riparata dagli sbalzi termici. Un seno di dimensioni maggiori, indipendentemente dalla presenza o meno di una protesi, avrà una maggiore esposizione verso l’esterno e di conseguenza sarà possibile che, con temperature esterne rigide, sia meno caldo del resto del corpo. A differenza di un tempo il periodo post operatorio richiede alcune attenzioni che vanno seguite precocemente. Le pazienti se dimesse, torneranno per un controllo il giorno successivo, in quest’occasione sono rimosse tutte le medicazioni, e s’istruiscono le pazienti a come eseguire il massaggio del seno (early massage),manovra utile per ridurre il rischio di contrattura capsulare.

Le protesi mammaria hanno una durata?

Per quanto riguarda le protesi in gel di silicone di ultima generazione non esista in teoria una limitazione di durata.  Ciò non significa comunque che tale durata sia illimitata per l’intera vita, ma solo che non esistono dei dati definitivi a riguardo. Le protesi di vecchia generazione sono state sostituite dopo un periodo variabile tra 10 e 15 anni. Le protesi di ultima generazione sono tecnologicamente assai più evolute rispetto ad esse, ma la loro effettiva durata è comunque da supporsi, per quanto più prolungata, comunque limitata nel tempo. Inoltre a causa dei normali processi di invecchiamento, della gravità, di eventuali gravidanze e/o variazioni ponderali la mammella “aumentata”  andrà incontro ad alterazioni di forma negli anni (esattamente come una mammella naturale).  Un reintervento si renderà quindi prima o poi necessario sia per queste ragioni che per la durata delle stesse protesi. 

Quanto pesano le protesi mammarie?

Dipende dal tipo di protesi utilizzata, dalla sua grandezza e dal volume di riempimento. Ciò che è necessario sapere è che il peso specifico della protesi è molto simile a quello del tessuto mammario; questo sta a significare che 100 cc di protesi pesano quanto 100 cc di tessuto mammario.

È possibile l’allattamento dopo aver subito una mastoplastica additiva?

Sì, l’inserimento delle protesi non influisce con l’allattamento. Molte donne che si sono sottoposte a mastoplastica additiva hanno allattato i loro bambini senza alcun problema. La sostanza che costituisce la protesi non è nociva , né rilascia componenti trasmissibili ai neonati attraverso il latte. E’ importante dire al chirurgo se contemplate una gravidanza dopo una mastoplastica additiva. Di solito, è opportuno comunque attendere almeno sei mesi dopo l’intervento. Una gravidanza può avere effetti non prevedibili sul volume mammario, e può alterare significativamente il risultato a lungo termine di una mastoplastica additiva.

Quanto tempo dopo l’intervento è possibile esporsi al sole?

Durante il primo mese è importante evitare l’esposizione al sole, alle lampade U.V.A., al calore intenso di saune e bagni turchi. Successivamente il sole più che sulla protesi influisce sulla cicatrizzazione. L’esposizione diretta ai raggi solari o alle lampade ultraviolette di qualsiasi cicatrice influenza la pigmentazione dell’epidermide. E’ necessario attendere 8-12 mesi perché le cicatrici maturino definitivamente, appiattendosi e divenendo più bianche. Per tale periodo, esse non dovranno essere esposte direttamente al sole (quindi impiegare indumenti coprenti o creme solari con SPF 50+)

Dopo la mastoplastica additiva è opportuno per un breve periodo limitare i movimenti, soprattutto quelli delle braccia.


La ripresa dell’attività sportiva potrà avvenite solo dopo aver ricevuto il benestare del chirurgo che consentirà una graduale ripresa delle attività dopo due settimane.

É possibile viaggiare in aereo o fare attività subacquea se si hanno delle protesi?

Assolutamente sì. Le protesi non subiscono variazioni né a bordo degli aerei, né nelle profondità marine. Gli episodi riportati con molta enfasi da parte dei mass media qualche tempo fa, riguardavano alcuni tipi di protesi riempite ad aria o fisiologica, che oggi non vengono più utilizzate.

L’intervento di mastoplastica additiva può essere praticato sulle minorenni?

Le ragazze con meno di 18 anni non possono sottoporsi a mastoplastica additiva, salvo in caso di malformazioni o asimmetrie gravi. Nel giugno 2012, infatti, la Commissione Affari Sociali della Camera ha approvato il disegno di legge che vieta gli interventi al seno per fini estetici sulle minorenni e multa i chirurghi che non rispetteranno il divieto con una sanzione fino a 20mila euro e una sospensione di tre mesi dall’attività medica. La stessa legge ha previsto l’istituzione del registro delle protesi mammarie per monitorare sul territorio nazionale gli interventi di questo tipo e per tutelare ulteriormente la paziente.

Le protesi mammarie possono interferire con l’esecuzione di indagini diagnostiche quali mammografia ed ecografia?

Premesso che resta sempre necessaria l’esecuzione di un’ecografia e/o mammografia prima dell’intervento, la presenza delle protesi non limita in nessun modo la possibilità di eseguire l’ecografia o la mammografia successivamente. Secondo diversi studi, il posizionamento sottomuscolare interferisce  meno con l’interpretazione mammografica rispetto al posizionamento sottoghiandolare.

Vi è una correlazione fra tumore della mammella e mastoplastica additiva?

Tutti gli studi più autorevoli recenti hanno dimostrato sia che non esiste alcun rischio aumentato di carcinoma della mammella per donne sottoposte a mastoplastica additiva, sia che la presenza delle protesi non interferisce con la diagnosi di tumore.

Ci sono periodi dell’anno in cui è più consigliabile eseguire gli interventi al seno?

L’intervento può essere eseguito in qualsiasi periodo dell’anno, si preferisce però evitare i mesi centrali dell’estate (Luglio ed Agosto): il caldo, infatti, favorisce l’edema (gonfiore) e rende meno confortevole indossare lo speciale reggiseno elasto-compressivo che va portato dopo l’intervento.

In cosa consiste l'intervento di riduzione del seno?

L’intervento di mastoplastica riduttiva consiste nell’asportazione di parte della cute e del tessuto sottocutaneo. Il risultato è un innalzamento del complesso areola-capezzolo e il rimodellamento dei tessuti circostanti.

L'operazione di mastoplastica riduttiva lascia delle cicatrici?

La riduzione mammaria, indipendentemente dalla tecnica utilizzata, produce sempre cicatrici estese. Generalmente vi è una cicatrice a forma di T rovesciata inizialmente molto rossa e rilevata. E’ necessario attendere 8-12 mesi perché le cicatrici maturino definitivamente, appiattendosi e divenendo più bianche e sottili. Tuttavia in alcune pazienti il processo di cicatrizzazione può risultare in cicatrici ipertrofiche o cheloidi. Tale possibilità non è predicibile prima dell’intervento, anche se assai rara

Quale anestesia è consigliata per l’operazione di mastoplastica riduttiva?

Una mastoplastica riduttiva può essere eseguita sia in anestesia generale (di solito con una notte di degenza) sia, per i casi meno impegnativi, in sedazione ed anestesia locale (in day hospital, quindi senza degenza).

Potrò affrontare una gravidanza dopo un intervento di mastoplastica riduttiva? E potrò allattare?

Una gravidanza può avere effetti non prevedibili sul volume mammario, e può alterare significativamente il risultato a lungo termine di una mastoplastica riduttiva. Si può affermare quindi che una gravidanza non è controindicata ma bisogna essere consapevoli della possibilità di dover effettuare correzioni successive. L’allattamento di solito non viene compromesso in modo significativo dall’intervento, anche se ciò dipende anche dal grado di volume in eccesso e dal tipo ed estensione della manipolazione intraoperatoria della ghiandola.

Vi è una correlazione fra tumore della mammella e mastoplastica riduttiva?

Assolutamente no. Non c’e’ alcuna correlazione tra mastoplastica riduttiva e tumore della mammella; ossia le donne che hanno avuto tale intervento non hanno poi una incidenza di tumore più alta rispetto al resto della popolazione.

L’intervento di mastoplastica riduttiva può interferire con l’esecuzione di indagini diagnostiche quali mammografia ed ecografia?

La mastoplastica riduttiva non limita in nessun modo la possibilità di eseguire successive mammografie o ecografie. L’utilità di una mammografia preoperatoria, oltre che per escludere malattie della mammella antecedenti all’intervento, è poi, per la paziente, quella di mantenere un dato di riferimento da confrontare con le mammografie di controllo negli anni futuri.

È possibile ringiovanire il seno?

Si, è possibile grazie all’intervento di mastopessi che ringiovanisce il seno perché lo rassoda e ne rialza la struttura, donando una forma e una proiezione più giovani. Lo svuotamento dei volumi, che rappresenta un altro dei segni di invecchiamento del seno, può essere risolto con l’inserimento di protesi mammarie nel corso della stessa mastopessi. Il risultato, calibrato in base alle esigenze della paziente, è senz’altro sorprendente.

Nel lifting al seno (mastopessi) è sempre necessario l’inserimento delle protesi?

La mastopessi di per sé è l’interveto ideale per risollevare il seno. Se poi il seno appare svuotato, oltre che rilassato, è possibile intervenire inserendo anche una protesi, in modo da rimodellarlo sollevandolo e aumentandolo. Spesso tuttavia, nella normale procedura di mastopessi, il seno acquista una certa pienezza e appare più voluminoso, pur non avendo inserito protesi, grazie all’effetto di rialzamento del tessuto mammario ( “auto protesi”).

È possibile effettuare la mastopessi in anestesia locale?

La mastopessi è generalmente effettuata in anestesia locale con sedazione. E’ tuttavia possibile effettuare l’anestesia generale nei casi più complessi.

Si può fare la mastopessi anche se si hanno le protesi di una additiva precedente?

Sì. La mastopessi server per dare una nuova tonicità ai tessuti rilassati. Nel caso della presenza di protesi, queste possono essere sostituite con altre di forma e dimensioni più adeguate, in modo da ottenere il rimodellamento migliore.

Potrò affrontare una gravidanza dopo un intervento di mastopessi? E potrò allattare?

Una gravidanza può avere effetti non prevedibili sul volume mammario, e può alterare significativamente il risultato a lungo termine di una mastopessi, specie se si è trattato di una mastopessi combinata ad additiva. . Si può affermare quindi che una gravidanza non è controindicata ma bisogna essere consapevoli della possibilità di dover effettuare correzioni successive. Riguardo l’allattamento, questo di solito non viene compromesso dall’intervento, anche se ciò dipende anche da molti fattori, tra cui il grado di ptosi e l’estensione della manipolazione intraoperatoria della ghiandola.

Vi è una correlazione fra tumore della mammella e mastopessi?

Assolutamente no. Non c’è alcuna correlazione tra mastopessi e tumore della mammella; ossia le donne che hanno avuto tale intervento non hanno poi una incidenza di tumore più alta rispetto al resto della popolazione.

L’intervento di mastopessi può interferire con l’esecuzione di future indagini diagnostiche quali mammografia ed ecografia?

La mastopessi non limita in nessun modo la possibilità di eseguire successive mammografie o ecografie. L’utilità di una mammografia preoperatoria, oltre che per escludere malattie della mammella antecedenti all’intervento, è poi, per la paziente, quella di mantenere un dato di riferimento da confrontare con le mammografie di controllo negli anni futuri.

 

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