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FAQ

CHIRURGIA AMBULATORIALE

- Per asportare dei nei è meglio il laser o il bisturi?

Innanzitutto i nevi andranno attentamente indagati con un dermatoscopio. L’esame istologico si impone quando vi sia anche solo l’ombra di un dubbio che possa trattarsi di un nevo a rischio. In questi casi l’uso del laser è assolutamente controindicato. Se, invece, la diagnosi clinica e dermatoscopica e la storia clinica non lascano alcun dubbio sulla sua natura benigna si potrà optare per l’asportazione chirurgica o tramite laser. La scelta di impiegare il laser può essere dettata solo quando il suo impiego offra indubbi vantaggi circa la qualità degli esiti nella successiva cicatrizzazione e questo è frequente solo nel caso di nevi in netto rilievo e non pigmentati o poco pigmentati, specie al volto. L’asportazione chirurgica, se il neo è di piccole dimensioni e la tecnica corretta, consente di avere esiti estetici ottimali. Nessun laser può dare risultati superiori e soprattutto non garantisce l’exeresi radicale

- È possibile togliere dei nei senza che rimangano cicatrici?

No, non è possibile. Infatti ogni cosa incida anche solo superficialmente l’epidermide o la cute in toto lascia un segno anche se questo poi potrà divenire col tempo meno visibile. La decisione di asportare un nevo per il quale l’intervento non sia necessario deve sempre essere presa mettendo sui piatti della bilancia da una parte l’inestetismo che si va a rimuovere e dall’altra il risultato che si può ottenere. La sutura deve essere attentamente realizzata, possibilmente senza alcun punto esterno alla pelle, per apparire solo come un graffio lineare lungo al massimo due volte il diametro del nevo.

- Ho una brutta cicatrice. È possibile migliorarla?

Dipende dalla cicatrice, dall’area corporea interessata, dall’evento che l’ha causata e dal tempo trascorso da questo evento. A differenza di quanto comunemente si pensi, le cicatrici sono dei segni permanenti che non possono essere eliminati con nessuna tecnica chirurgica, ma soltanto migliorati. Durante il primo anno la cicatrice subisce dei processi di maturazione, per cui bisogna attenersi scrupolosamente alle indicazioni che vi verranno fornite per guidare un ottimale processo di guarigione. Le cicatrici ormai stabilizzate, possono essere trattate solo attraverso l’asportazione chirurgica e l’esecuzione di una nuova sutura estetica. Nei casi più complessi si può ricorrere a tecniche chirurgiche più complesse (plastica a “Z”) o con l’esecuzione contestuale di lipofilling per trattare le eventuali aderenze o infossamenti associati. Se la cicatrice coinvolge una vasta zona cutanea ci si avvale della di tecniche di rimozione controllata di strati cutanei per permettere una spontanea guarigione con una minima cicatrice: peeling, needling, laser o dermoabrasione.

- Ho sempre avuto l'abitudine di portare degli orecchini molto pesanti che col tempo mi hanno allungato e dilatato il foro dei lobi. Cosa si può fare?

Questo difetto può essere corretto mediante un intervento di chirurgia plastica che consente di richiudere il foro e riparare il lobo cosiddetto “bifido”. Dopo alcune settimane dall’intervento è possibile praticare un nuovo foro leggermente spostato rispetto al precedente per non traumatizzare nuovamente i tessuti appena riparati. Laser

 

CORPO

- Quali sono le percentuali di rischio della liposuzione, è vero che ormai si sono notevolmente ridotti?

Talvolta capita di sentire servizi giornalistici molto negativi e allarmanti sulla liposuzione, questo perché l’apparente semplicità tecnica dell’intervento spinge persone impreparate a cimentarsi con questa metodica, magari operando senza le dovute precauzioni. E’ perciò importante affidarsi a specialisti che operino in sicurezza. I rischi di una liposuzione in una persona sana sono quelli comuni a tutti gli interventi chirurgici ( reazioni all’anestesia, infezioni ecc.) ma le complicanze sono molto rare. E’ però necessario operare in strutture adeguate, con assistenza anestesiologica e usando la profilassi antitrombotica. Oramai la tecnica tumescente (ossia con la preventiva infiltrazione di liquidi e vasocostrittori) e l’uso di cannule sottili garantiscono ottimi risultati con un bassissimo sanguinamento.

- Aspirando il grasso la pelle in eccesso diventi cadente?


La liposuzione permette di ottenere risultati significativi solo quando vi è un adeguato grado di elasticità cutanea che permetta alla cute di adattarsi ai nuovi volumi: motivo per cui nella visita pre-operatoria verranno valutati attentamente spessore e tono cutaneo. Compito del chirurgo sarà quello di valutare quanto si potrà aspirare in base alla situazione cutanea. Inoltre un accorgimento molto importante per evitare la caduta della pelle è quello di utilizzare la liposuzione superficiale che, oltre a fare diminuire i cuscinetti, aumenta il tono cutaneo.

- Si può eseguire la liposuzione dei polpacci e delle caviglie?

La lipoaspirazione dei polpacci e delle caviglie è possibile e, se ci sono le giuste indicazioni si possono ottenere dei buoni risultati. Bisogna però ricordare che la liposuzione rimodella il grasso, perciò, se il volume delle caviglie è causato dalla componente muscolo-tendinea o ossea non si può fare molto. La ritenzione idrica non è una controindicazione ma, dopo l’intervento, può permanere e quindi limitare la validità del risultato finale. Inoltre in questa regione il gonfiore post operatorio dura di più che negli altri distretti.

- Che differenza c'è tra liposuzione e liposcultura?

In realtà sono sinonimi. Tuttavia ormai, per la confusione con la quale sono stati utilizzati questi termini, si intende la liposcultura come una liposuzione particolare dove c’è un approccio multiplanare che comprende anche la liposuzione superficiale e talvolta l’uso del grasso per il riempimento delle zone depresse (lipofilling), per ottenere un rimodellamanto globale delle zone da trattare.

- La convalescenza dopo la liposuzione è molto lunga e dolorosa?


Nella liposuzione la convalescenza è in funzione dell’estensione e del numero di aree corporee che vengono trattate ed inoltre della quantità di grasso che viene aspirata.
 L’immediato post operatorio può essere caratterizzato da un leggero dolore diffuso e da un senso di pesantezza, facilmente controllabili con i farmaci antidolorifici prescritti Comunque, la convalescenza dopo una liposuzione non è mai lunga. In genere sono sufficienti da 3 a 5 giorni di riposo a casa e dopo questo tempo si può tornare al lavoro. Si può camminare subito e riprendere le attività sportive dopo 3-5 settimane a seconda dei casi e del tipo di sport. Gonfiori ed ecchimosi sono normalmente presenti per circa 12-20 giorni In seguito potrà persistere un lieve edema che si risolverà gradualmente e in modo fisiologico. Per aiutare il riassorbimento, può essere utile ricorrere a massaggi linfodrenanti.

- Ho sentito dire che è molto fastidioso portare la guaina dopo l'intervento di liposuzione agli arti inferiori?

Bisogna distinguere la guaina dal bendaggio compressivo. Quest’ultimo viene sempre applicato in una liposuzione ma dopo i primi giorni, sarà sostituito da speciali indumenti contenitivi (guaine elastiche), che dovranno essere indossati per circa un mese. Il bendaggio, probabilmente per il fatto che è l’immediato post operatorio, può essere lievemente fastidioso (comunque controllabile con dei banali analgesici). Invece la guaina elastica è un indumento non particolarmente fastidioso che permette di vestirsi come si vuole e che si consiglia di portare per almeno un 2-5 settimane in relazione all’entità del grasso asportato e alla sede/i dove è stato fatto l’intervento. La guaina può essere inoltre sostituita con delle calze elastiche compressive (140 den.).

- Chi ha problemi di circolazione può sottoporsi a liposuzione?


Si, l’intervento può essere eseguito nella maggior parte di casi con buone prospettive sia estetiche che fisiche. Fondamentale sarà comunque indagare questi problemi circolatori attraverso un esame ecocolordoppler, istituire una corretta profilassi antitrombotica ed eventualmente valutare un linfodrenaggio postoperatorio

- Esistono un'età massima per sottoporsi alla liposuzione?

La tecnica della liposuzione superficiale tumescente ha allargato notevolmente le indicazioni all’intervento che ora può anche essere eseguito in pazienti sessantenni (comunque valutando caso per caso). L’importante è valutare attentamente la situazione nel corso della visita (in particolar modo l’elasticità cutanea) e analizzare il possibile risultato in rapporto alle aspettative personali.

- Ho sentito parlare di lipoaspirazione ultrasonica e di laserlipolisi. Sono tecniche migliori rispetto alla liposuzione tradizionale?

La lipoaspirazione ultrasonica differisce da quella tradizionale per il fatto che utilizza gli utrasuoni, piuttosto che i movimenti della cannula per la frantumazione del grasso. E’ una metodica più aggressiva che, se non usata con la necessaria precisione, rischia di provocare più facilmente avallamenti o eccessive rimozioni. In realtà se ne parla molto perché è indispensabile nelle “Megalipoaspirazioni” per le gravi obesità. La laserlipolisi è analoga ma utilizza, invece che gli ultrasuoni, una emissione laser. Molto pubblicizzata nel passato perché si pensava di ottenere una lipolisi del grasso senza necessità di aspirarlo e quindi senza necessità di intervento chirurgico. Tuttavia, appurato che questo non è possibile, bisogna comunque entrare con una cannula tradizionale per aspirare il grasso lisato (frantumato) dalla cannula laser rendendo di fatto nullo il vantaggio di tale metodica.

- L’addominoplastica elimina anche il grasso?

L’addominoplastica permette di eliminare l’eccesso di cute e di tessuto adiposo sottocutaneo addominale. Non va considerata una tecnica per la riduzione del peso corporeo ma permette, ritendendo la parete addominale, di migliorare l’aspetto di un addome prominente. L’addominoplastica prevede anche un rimodellamento dei fianchi che si ottiene sia ruotando verso l’interno il lembo addominale superiore sia eseguendo contestualmente una liposuzione dei fianchi.

- L’addominoplastica è utile per eliminare le smagliature?

L’intervento prevede la rimozione di una parte di cute dalla regione sotto ombelicale. Per questo tutte le smagliature presenti nella parte asportata vengono eliminate. Le restanti smagliature ai lati, sui fianchi e quelle sopra ombelicali restano, ma si notano meno per l’effetto tensivo della trazione verso il basso. Ciò nonostante bisogna rilevare che l’addominoplastica non ha come fine principale l’eliminazione delle smagliature.

- È possibile affrontare una gravidanza dopo un’addominoplastica?

L’addominoplastica non prevede nessuna controindicazione alla gravidanza, ciò significa che se una paziente, dopo aver fatto l’addominoplastica, rimasesse incinta e portasse avanti la gravidanza, non ci sarebbe nessun pericolo, nessuna complicazione, ne per la mamma, ne per il bambino, ne per l’andamento del parto. Tuttavia la distensione gravidica dell’addome può compromettere il risultato estetico raggiunto. Quindi si consiglia di rimandare l’intervento se si pensa di affrontare una gravidanza in tempi relativamente brevi o di aspettare almeno due anni dall’intervento prima di rimanere incinta.

- Le cicatrici dell’addominoplastica sono visibili?

L’addominoplastica, indipendentemente dalla tecnica utilizzata, produce sempre cicatrici. Di norma si procede all’incisione trasversale della cute sovra pubica, prolungandola lateralmente in direzione dei fianchi ma facendo sempre in modo che la cicatrice possa essere occultata dagli slip o dal costume da bagno. E’ necessario attendere 8-12 mesi perché le cicatrici maturino definitivamente, appiattendosi e divenendo più bianche e sottili. Tuttavia in alcune pazienti il processo di cicatrizzazione può risultare in cicatrici ipertrofiche o cheloidi. Tale possibilità non è predicibile prima dell’intervento, anche se assai rara

- Le incisioni dell’addominoplastica sono sempre uguali?

Naturalmente no in quanto per diversi problemi esistono soluzioni diverse che vengono in precedenza discusse con i pazienti. Generalmente l’estensione e posizione delle cicatrici dipende dalle dimensioni originarie della parete addominale e dalla quantità di tessuto asportato. Vi è sempre una cicatrice sovra pubica che prosegue per una lunghezza variabile verso i fianchi e, se non si tratta di una miniaddominoplastica, una piccola cicatrice periombelicale,. Sempre più spesso esistono cicatrici concomitanti che quando si può conviene asportare (precedente cesareo o appendicectomia).

- È possibile fare l’addominoplastica anche se sono già presenti cicatrici, come ad esempio quella di un parto cesareo?

La presenza di cicatrici pregresse della parete addominale (precedente cesareo o appendicectomia), non costituisce una controindicazione all’intervento, anzi in molti casi l’intervento è risolutore anche per altre cicatrici.

- Sono un uomo: posso sviluppare i pettorali e definire l’addome in un unico intervento?

Si, è possibile. Innanzitutto occorre distinguere se tale esigenza nasce dal fatto di aver subito un forte dimagrimento, e di dover quindi “tirare” le eventuali pliche cutanee addominali che conferiscono alla zona un aspetto flaccido e molle. In questo caso l’intervento che si propone è un’addominoplastica con plastica dei muscoli retti addominali associata ad una liposuzione distrettuale. In caso invece la richiesta provenga da uno sportivo che, nonostante dieta ed esercizio non riesce ad eliminare del grasso addominale localizzato, l’intervento proposto è solo la liposuzione distrettuale. Questa potrebbe contribuire moltissimo a definire la muscolatura e, pur senza promettere miracoli e restando sempre realistici nelle aspettative, può aiutare ad ottenere quell’aspetto “a tartaruga” che è il principale obiettivo della maggior parte delle richieste Se vi è una contestuale richiesta di definire i pettorali è possibile l’uso del grasso per il riempimento delle zone depresse (lipofilling), per ottenere un rimodellamanto globale delle zone da trattare.

- Per snellire le cosce meglio la liposuzione o il lifting cosce?

Le indicazione dei due interventi sono diverse. La liposuzione permette di rimuovere eccessi di tessuto adiposo localizzati in specifiche aree (negli arti inferiori le aree che rispondono meglio sono la regione trocanterica, la superficie laterale delle cosce, l’interno delle ginocchia) ma a condizione che vi sia un un adeguato grado di elasticità cutanea che permetta alla cute di adattarsi ai nuovi volumi: Il lifting cosce invece è indicato nel caso di una ptosi muscolo-cutanea ovvero rilassamento della pelle e del muscolo dell’interno coscia, causato da una minore tonicità muscolare. Tale rilassamento (cosce flaccide e penzolanti) è provocato dall’invecchiamento, oppure una repentina variazione di peso, o da una scarsa attività fisica. Il lifting delle cosce serve dunque per risollevare, rassodare e tonificare tutta la cute della coscia.

- Ho le braccia grosse: cosa si può fare?

Se le braccia adipose hanno un’ adeguata elasticità, per un rimodellamento efficace basterà una liposuzione eseguita attraverso piccolissime incisioni e quindi senza alcuna cicatrice. Se invece la pelle non è sufficientemente elastica, effettuare la liposuzione potrebbe peggiorare la situazione e l’alternativa diventa il lifting della braccia.

- Ho le braccia poco toniche in seguito a forte dimagrimento. Come si può intervenire?

L’intervento di lifting delle braccia ha proprio questo scopo ossia rimodellare le braccia riducendo sia l’accumulo di tessuto adiposo presente sia la pelle in eccesso. L’effetto migliorativo è immediato anche se non è possibile ripristinare la compattezza e la tensione della cute presenti in gioventù.

- Che tipo di cicatrice mi devo aspettare dopo un lifting braccia?

Le cicatrici possono essere localizzate nella regione ascellare. In alcuni casi più gravi può rendersi necessaria una cicatrice longitudinale lungo la faccia interna del braccio fino alla piega del gomito. Tale cicatrice sarà nascosta sulla superficie interna del braccio ma potrebbe essere visibile a braccia sollevate.

- Esiste un età ideale per sottoporsi all’intervento di riduzione del seno maschile (ginecomastia)?

Non ci sono limiti di età per sottoporsi a questo tipo di intervento. La ginecomastia si presenta spesso in età post-puberale, e, in ogni caso è consigliabile aspettare che la pubertà sia terminata per procedere con l’intervento.


- Quali risultati posso aspettarmi dalla correzione della ginecomastia?

Il risultato atteso della correzione della ginecomastia è l’eliminazione del tessuto presente nella zona mammaria che conferisce l’aspetto femminile del seno. Si tratta del modellamento di questi tessuti e non della formazione di un pettorale muscoloso. Se il paziente desidera ottenere un pettorale “palestrato” dovrà procedere con esercizi fisici mirati oltre che all’eliminazione della ghiandola e dell’adipe in eccesso. Nei casi di eccessivo sovrappeso, è sempre consigliabile seguire una dieta prima di sottoporsi all’operazione per la correzione della ginecomastia, mentre l’intervento è sconsigliato a chi abusa di anabolizzanti.

- Che tipo di cicatrice mi devo aspettare da una correzione di ginecomastia?

Per l’eliminazione della ghiandola mammaria si procede con una incisione periareolare (intorno all’areola) di un paio di centimetri. La posizione tra la pelle normale e l’areola rende l’esito cicatriziale poco visibile. Se si deve invece solo rimuovere il tessuto adiposo in eccesso sarà sufficiente una piccola incisione attraverso la quale la cannula della liposuzione potrà aspirare il grasso. E’ necessario poi attendere 8-12 mesi perché le cicatrici maturino definitivamente, appiattendosi e divenendo più bianche e sottili. Tuttavia in alcuni pazienti il processo di cicatrizzazione può risultare in cicatrici ipertrofiche o cheloidi. Tale possibilità non è predicibile prima dell’intervento, anche se assai rara

- L’intervento di riduzione del seno maschile è doloroso? Che tipo di anestesia viene eseguita?

La correzione della ginecomastia di solito non è dolorosa. La maggioranza dei pazienti che si sono sottoposti a questo intervento non accusano dolore nemmeno nei giorni immediatamente successivi alla chirurgia. In alcuni casi potrà essere necessaria l’assunzione di semplici antidolorifici per bocca. Questo intervento viene generalmente condotto in anestesia locale insieme ad una sedazione. Quest’ultima ha l’obiettivo far dormire (o rendere meno vigile) il paziente durante la procedura.

- Quanto dura la convalescenza dopo un intervento di correzione di ginecomastia?

Dipende dal tipo d’attività che si intende svolgere. Una normale attività sedentaria potrà essere ripresa praticamente subito. Il ritorno alle normali attività è in relazione all’entità  dell’intervento subito, alle condizioni fisiche in cui si è affrontato l’intervento chirurgico ed alle singole capacità reattive. Una ripresa graduale non comincerà comunque prima di una settimana, mentre per l’attività fisica intensa si dovrà attendere un mese.

 

DOMANDE GENERALI

- Chirurgo Plastico e Chirurgo Estetico sono la stessa cosa? E a chi devo rivolgermi?

Assolutamente no! Di fatto solo la specializzazione in “Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica” è riconosciuta a livello universitario, mentre NON ESISTE la specializzazione in chirurgia estetica. Questo titolo è spesso usato da chi ha frequentato un semplice master, con accesso a pagamento, spesso all’estero e per pochi mesi. La confusione è dovuta al fatto che, purtroppo, in Italia non esistono leggi adeguate a tutela del paziente per la scelta dello specialista in quanto qualsiasi laureato in Medicina e Chirurgia può praticare interventi estetici, anche senza specializzazione. Il tutto viene complicato dall’attrazione del campo dell’estetica verso molti medici che credono così di poter aumentare facilmente i propri guadagni senza correre rischi, in quanto viene ritenuta una chirurgia di “facile esecuzione”. Il percorso formativo imposto dal Ministero della Salute prevede, per il conseguimento della specializzazione in Chirurgia Plastica, dopo la laurea in medicina e chirurgia,un una ulteriore scuola di specializzazione a numero chiuso della durata di anni 5 – la Scuola di Specialità in Chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica – che include tra l’altro anche l’apprendimento di nozioni di altre specialità chirurgiche. Inoltre, non si può definire chirurgo plastico, chi non abbia esperienza di ricostruzione o patologia dei tessuti (dalla chirurgia della cute sino a quella dei muscoli e delle ossa). Coloro che hanno frequentato scuole estere, come il Brasile, la maggior parte delle volte hanno acquisito solo conoscenze sulla chirurgia estetica, senza aver acquisito nozioni di chirurgia ricostruttiva. Pertanto sino a quando gli interventi vanno bene, ognuno è in grado di sostenere la propria bravura, mentre quando insorge una complicanza solo in pochi sono in grado di capire e risolvere i problemi. In conclusione bisogna sempre informarsi se il chirurgo a cui ci si affida abbia una specializzazione congrua (guardare alla denominazione “specialista in chirurgia plastica” e non “chirurgo estetico “)

- Una volta deciso per un chirurgo plastico come posso valutare se è la scelta migliore?

È durante la prima visita che potranno realizzarsi o meno i presupposti di un rapporto di fiducia basato anche sul proprio intuito ed istinto. Un buon chirurgo vi deve infondere fiducia e tranquillità e al tempo stesso deve dimostrarsi disponibile a rispondere alle vostre domande sulla propria qualificazione professionale, sulla propria esperienze e sulle proprie tariffe professionali. La visita non dovrà essere troppo breve, le spiegazioni tecniche dovranno essere sintetiche ma non troppo semplicistiche, l’esame dell’inestetismo dovrà essere fatta con accuratezza, dovranno essere sempre prescritti esami di laboratorio, non dovranno essere date garanzie sul risultato dell’intervento, ma si dovrà chiarire la possibilità di miglioramento estetico ottenibile con la tecnica applicata valutando bene le aspettative del paziente e dovranno essere discusse tutte le eventuali complicanze potenzialmente derivanti dall’intervento. Un buon chirurgo deve rispondere in modo esauriente e comprensibile alle vostre domande, deve fugare i vostri dubbi, discutere con voi delle vostre aspettative e nel caso non siano realistiche, indurvi a desistere da queste. Prestare attenzione ai medici che non rispondono o che eludono le vostre domande, che hanno comportamenti d’impazienza o di arroganza ed a medici che esercitano pressioni eccessive sulla vostra decisione o che vi inducono a sottopo

- Perché devo pagare la prima visita quando vi sono chirurghi che la fanno gratuitamente?

Spesso per attrarre nuovi pazienti nello studio viene offerto il primo consulto gratuito. Tuttavia quella che in apparenza si presenta come un’offerta vantaggiosa in realtà non lo è affatto perché il paziente, risparmiando i pochi soldi sulla visita, rischia di pagare cento volte tanto sulle possibili complicanze e sulle correzioni post-operatorie. Infatti ci vuole molto tempo per fare una visita approfondita e per fornire un’informazione completa ed esaustiva sui trattamenti: è necessario ascoltare il paziente, capire le sue esigenze, visitarlo, raccogliere le informazioni necessarie, progettare l’intervento adeguato, fornire informazioni sul metodo e sui materiali usati, come sugli esiti dell’intervento, oltre che sulle possibili complicazioni. E questo tempo è fondamentale per la riuscita ottimale dell’intervento. Se crediamo che un chirurgo sia davvero uno specialista competente il suo tempo ha valore (come quello di qualsiasi altro professionista in qualsiasi settore). Il tempo che il chirurgo passa con il paziente deve necessariamente essere compensato in qualche modo. Se la visita è gratuita, l’unico modo per farlo è convincere il paziente a sottoporsi al trattamento anche quando, forse, non ce n’è davvero bisogno; non riuscendo né a fornire un parere davvero neutrale e “spassionato” ( magari sorvolando sui limiti e le possibili complicanze dell’operazione) né facendo un’analisi completa, accurata e personalizzata, e trovando la soluzione specifica.

- Sono necessarie delle analisi prima di un intervento di chirurgia estetica?

Si. Questi accertamenti diagnostici, consentono di dare maggior tranquillità sia al paziente che al chirurgo. Le analisi necessarie vengono stabilite in base al tipo di intervento e alla storia clinica del paziente che viene indagata durante la visita. In individui sani, le analisi cliniche di routine necessarie per un intervento di chirurgia estetica sono: 
 ▪ esami del sangue: emocromo e piastrine, glicemia, azotemia, creatinina, P.T e P.T.T, gruppo sanguigno, sodio e potassio, enzimi epatici, 
 ▪ elettrocardiogramma (ECG);
 ▪ radiografia del torace, in presenza di specifiche patologie, nel caso di fumatori o persone anziane.
 Le analisi preoperatorie devono essere eseguite qualche tempo prima dell’intervento, al mattino a digiuno presso un qualsiasi laboratorio di analisi ed hanno una validità da 1 a 3 mesi. Verranno poi consegnate al chirurgo che, in accordo con l’anestesista e sulla base della storia clinica del paziente, valuterà la migliore opzione anestesiologica o se vi è necessità di effettuare ulteriori accertamenti diagnostici .

- Cos'è il “Consenso informato”?

Prima dell’operazione si chiede al paziente di firmare il “Consenso Informato”, dove sono descritte tutte le informazioni che riguardano l’intervento: modalità, anestesia, tecnica utilizzata, convalescenza, rischi e possibili complicanze. È importante precisare che tutte queste informazioni devono già essere state trattate durante le visite e che, per assolvere al suo compito di atto medico e legale, il consenso non deve essere consegnato e firmato un minuto prima dell’intervento. Il paziente deve aver tempo per leggerlo, comprenderlo ed eventualmente chiedere ulteriori spiegazioni in particolare per quanto concerne le possibili complicazioni. Qualsiasi procedura chirurgica, per quanto piccola possa essere, comporta sempre la non prevedibile possibilità d’insorgenza di complicazioni generali, il cui tipo e gravita sono anch’esse non prevedibili. Il paziente ha pienamente diritto di informarsi sui rischi concernenti il suo intervento: di fatto, un’informativa completa, esauriente ed onesta deve contemplarli.  

- Che tipo di anestesia verrà utilizzata?

La scelta del tipo di anestesia dipende dal tipo di intervento, dal giudizio del medico e anche dai desideri del paziente. Le opzioni sono l’anestesia locale, l’anestesia spinale, l’anestesia generale o la sedazione in respiro spontaneo. L’anestesia spinale viene utilizzata per interventi al basso addome o agli arti inferiori quali liposuzioni e/o lipofilling in queste aree, miniaddominoplastica, lifting cosce. In alcuni casi è più utile l’anestesia locale, come ad esempio nelle liposuzioni minori, nei lipofilling o nella blefaroplastica, per permettere al paziente di assecondare con i movimenti il lavoro del chirurgo che può così eseguire l’intervento con maggior precisione, mentre in altri casi è più opportuno che il paziente sia completamente sedato. Generalmente è possibile utilizzare per quasi tutti gli interventi la sedazione cosciente associata ad analgesia al posto dell’anestesia generale. Si tratta di uno stato indotto farmacologicamente che elimina l’ansia, l’agitazione psicomotoria, e il dolore causato da procedure invasive. Il livello di sedazione è profondo in quanto affievolisce la capacità del soggetto di rispondere a stimoli tattili e verbali, preservando tuttavia il controllo del respiro. Questa tecnica offre ottime garanzie di sicurezza e non comporta particolare fastidio o dolore, permettendo anzi di evitare i rischi e il disagio post operatorio dell’intubazione dell’anestesia generale e  permette di solito al paziente, una volta eseguito l’intervento, di essere dimesso in giornata e di ritornare a casa in condizione di assoluta tranquillità.

- Chi esegue l'anestesia?

L’anestesia locale viene eseguita direttamente dal chirurgo, mentre la sedazione, l’anestesia spinale o l’anestesia generale vengono eseguite dall’anestesista. Il medico anestesista, dopo aver valutato lo stato di salute generale del paziente e visionato gli esami clinici preoperatori, esegue l’anestesia e sotto la sua sorveglianza e responsabilità avviene la fase del risveglio e di ritorno alla normalità. 


- Quanto costa un intervento di chirurgia estetica? Perché si trovano tante differenze di prezzo?

Ci sono molte voci che possono incidere sul costo di un intervento chirurgico. Bisogna sempre considerare che ci sono dei costi fissi, come l’onorario della clinica (sala operatoria e personale infermieristico), i materiali utilizzati (come farmaci, strumenti, fili di sutura, drenaggi, medicazioni ed eventuali protesi), onorario dell’anestesista, e prezzi variabili che comprendono anche l’onorario del chirurgo. Prezzi eccezionalmente convenienti sono sempre il risultato di un risparmio sulle prime voci, ovvero sulla sicurezza dei mezzi impiegati. È fondamentale, quindi, accertarsi che l’intervento venga eseguito in strutture autorizzate e con materiali sicuri. La legge italiana vieta interventi chirurgici al di fuori di strutture sanitarie idonee; eseguire interventi presso studi medici che non hanno ambienti tali da garantire un ricambio continuo dell’aria, delle zone filtro per evitare la contaminazione dell’ambiente operatorio, presidi di rianimazione o un sistema di trasporto proprio per il paziente in caso di emergenza in altre strutture non garantisce l’incolumità del paziente in caso di emergenza. Per quanto riguarda i materiali utilizzati basti pensare al caso emblematico delle protesi mammarie. L’impiego di protesi di qualità scadente, fa si risparmiare dei soldi, ma può pregiudicare il risultato a distanza di tempo, e si ripercuote sulla sicurezza del paziente. Si pensi che a livello mondiale le ditte Mentor e Allergan sono le uniche ad aver avuto l’autorizzazione dalla “Food and Drug Administration” all’impianto di protesi mammarie al silicone e difatti sono garantite a vita. Per concludere bisogna sempre valutare un intervento chirurgico nella sua globalità, e non fermarsi solo sul prezzo.

- Gli interventi di chirurgia estetica possono essere mutuabili?

Un qualsiasi intervento chirurgico per essere mutuabile, ossia eseguito a carico del Sistema Sanitario Nazionale senza spese da parte del paziente, deve essere funzionale, ovvero modificare la funzione e la funzionalità dell’organo che erano compromesse prima dell’intervento. Nel caso della chirurgia plastica estetica l’intervento non riguarda alcuna componente funzionale, ma solamente la mera estetica (senza quindi implicazioni patologiche o funzionali) e quindi non è mutuabile. Il ricorso al Sistema Sanitario Nazionale può essere giustificato solo in particolari condizioni cliniche, come ad esempio nel caso della deviazione del setto congenito o post traumatico.

- Perché verrò fotografato prima e dopo l'intervento?

Le fotografie, in chirurgia estetica, rappresentano un indispensabile elemento diagnostico. Sono eseguite prima e dopo l’intervento e sono allegate, quale documentazione clinica, al fascicolo personale del paziente. Le fotografie possono essere utilizzate dal chirurgo per discutere l’intervento con i pazienti e/o possono essere utilizzate a scopo scientifico con assoluta garanzia dell’anonimato e comunque previo consenso informato del paziente.

- Posso vedere le foto dei risultati raggiunti da altri pazienti?

Si è possibile. In chirurgia plastica è prassi eseguire delle foto del pre e post-operatorio; quindi, se richiesto, è possibile farvi vedere dei risultati dell’intervento che vi interessa. Naturalmente a condizione che i pazienti fotografati abbiamo dato il loro consenso altrimenti si violerebbero le leggi sulla privacy. È bene ricordare comunque che ogni paziente e ogni intervento sono unici per cui le fotografie di casi analoghi non sono una garanzia di risultato.

- Perché a volte sono necessari dei ritocchi dopo l' intervento?

In chirurgia estetica non è sempre possibile predire con assoluta precisione il risultato finale. A volte può capitare di dover fare un piccolo intervento correttivo a distanza di qualche mese non per modificare l’intervento originale ma per sistemare quelle piccole irregolarità che si rendano manifeste a guarigione avvenuta quale ad esempio una cattiva guarigione delle cicatrici. L’eventuale ‘ritocco’ si effettua di solito in anestesia locale ed e’ per lo più di breve durata. Tutto questo va discusso preventivamente con il chirurgo che eseguirà l’intervento.

- Esiste un intervento che non lascia cicatrici?

No. Qualunque intervento chirurgico procura necessariamente delle cicatrici. Tutte le tecniche chirurgiche cercano di nascondere il più possibile i segni del bisturi (ad esempio all’interno del naso, nel cuoio capelluto, nell’inguine) ma, comunque, la cicatrice c’è sempre. Il chirurgo utilizzerà tutte le tecniche volte ad ottenere una buona cicatrice, sottile e situata allo stesso livello della cute circostante. Si deve comunque attendere 8-12 mesi perché le cicatrici maturino definitivamente, appiattendosi e divenendo più bianche e sottili. E’ quindi evidente che il paziente dovrà attendere il tempo necessario per la stabilizzazione della cicatrice, prima di poterne osservare l’aspetto definitivo. Durante tale periodo è importante osservare le raccomandazioni del chirurgo: foto proteggere la cicatrice, massaggiarla con specifiche creme elasticizzanti, diminuire il fumo di sigaretta, riprendere l’attività fisica solo dopo il periodo consigliato. In alcune pazienti il processo di cicatrizzazione può risultare in cicatrici ipertrofiche o cheloidi. Tale possibilità non è predicibile prima dell’intervento, anche se assai rara Qualora si verificasse l’insorgenza di una cicatrice inestetica, sarà sempre possibile ottenere dei miglioramenti mediante terapia medica o chirurgica.

- Perché periodicamente si sente parlare di “tecniche innovative”?

Ogni tanto capita di leggere un articolo o vedere un servizio televisivo che tratti “tecniche innovative” parlando in termini sensazionalistici di procedure rivoluzionarie che sostituiscono le tecniche standard. Nella stragrande maggioranza dei casi si tratta o di piccole variazioni della tecnica chirurgica enfatizzate (liposuzione e liposcultura sono sinonimi), o peggio di tecniche nuove pubblicizzate senza il dovuto controllo a distanza degli effetti su più pazienti. Ormai la chirurgia estetica è un “affare” in mano a molti, specialisti e non, e ognuno cerca di differenziarsi rispetto agli altri pubblicizzando una novità e promettendo che non ci saranno cicatrici o che non si avvertirà nessun fastidio. Si scopre poi che non è così o perché “fatalità” il vostro caso è particolare o rischiando di trovarsi vostro malgrado coinvolti in sperimentazioni con risultati discutibili Ricordiamo infine che in campo medico legale si definisce “imprudenza” l’uso di un trattamento la cui efficacia non sia documentata, al posto di uno la cui efficacia sia certa e comprovata.

- Ho visto in Tv la pubblicità di Centri di Chirurgia Estetica con sedi sparse in tutta Italia: come funzionano?mi posso fidare?

Negli ultimi anni vi è stato un notevole aumento di centri di chirurgia estetica tipo “Corporación Dermoestética” (le cui filiali italiane risultano ormai chiuse)
Spesso si presentano con campagne pubblicitarie massive ed accattivanti e molti pazienti sono allettati dalle offerte pubblicizzate. E’ giusto, quindi, chiarire alcuni aspetti su questi centri
Innanzitutto il primo approccio si ha con una figura non laureata in medicina che ha solo lo scopo di confortare il paziente e convincerlo all’intervento; solo in un secondo momento compare il chirurgo. Molto spesso non si tratta di specialisti di chirurgia plastica e non si riesce ad accedere al loro curriculum oppure vengono fornite informazioni generiche e poco attendibili. Questo perché non molti bravi specialisti sono disposti a lavorarci visto che sono pagati con bassissime percentuali su ogni intervento e anche perché
devono, per contratto, limitare tutti i contatti interpersonali con i pazienti per non dare l’impressione di volerli “rubare” al centro stesso. Con queste premesse non stupisce che nel corso dei mesi alcuni chirurghi mettano fine al loro contratto e che altri chirurghi possono avvicendarsi, con il fondato rischio di non essere operati dallo stesso professionista che ha eseguito la visita.

Spesso è richiesto di versare l’intero importo dell’intervento come anticipo e se, come talvolta succede, l’ operazione non viene più eseguita per problematiche dovute ad accertamenti pre-operatori, la garanzia della restituzione della somma versata non è sempre certa. Per non parlare poi di cosa succede in caso di insoddisfazione da parte dei pazienti: difficoltà a comunicare con il chirurgo operatore, i rapporti tornano ad essere con il personale non medico del centro ed ,in casi estremi, le comunicazioni sono demandate ad avvocati ben pagati dalle strutture in oggetto.

Insomma vi è una completa svalutazione del rapporto medico paziente e di certo non si può creare quella fiducia necessaria ad essere operati e seguiti con assoluta tranquillità.

 

LASER

- Il laser può veramente ringiovanire il volto?

Linvecchiamento cutaneo determina numerose alterazioni della cute quali la comparsa di rughe, cheratosi attiniche, pigmentazioni varie. Il laser rappresenta sicuramente la metodica più sofisticata e tecnologicamente avanzata per contrastare questi effetti. In pratica il laser permette il riscaldamento controllato nel derma profondo, con conseguente stimolazione e accorciamento delle fibre di collagene invecchiato Nell’ambito dell’utilizzo del laser per il ringiovanimento del volto bisogna distinguere laserterapia ablativa e laserterapia non ablativa a seconda se nel trattamento viene coinvolta o meno l’epidermide. Questo coinvolgimento deve essere deciso insieme dal medico e dal paziente sulla base certamente del tipo di problema che si vuole risolvere ma anche della possibilità di gestire la convalescenza. Infatti in caso di laser ablativo saranno evidenti sulle zone trattate delle disepitelizzazioni cutanee (aree crostose) per qualche giorno (variabile a seconda dell’intensità del programma laser scelto).

- Quali rughe possono essere trattate con il laser?

Il laser emette un raggio di luce che penetra in profondità nella pelle senza danneggiarla. La luce del laser, una volta raggiunto il bulbo del pelo, si trasforma in energia termica determinando un danno alle cellule germinative del pelo stesso distruggendolo in maniera permanente. Personalmente mi avvalgo della piattaforma laser Elōs Plus™ che sfrutta la rivoluzionaria combinazione di energia in radiofrequenza bipolare ed energia luminosa per distruggere i bulbi piliferi.Sia gli uomini che le donne possono ottenere una riduzione dei peli su quasi tutte le zone del corpo. > More Sia gli uomini che le donne possono ottenere una riduzione dei peli su quasi tutte le zone del corpo. Solo Elōs ha dimostrato di poter rimuovere il pelo di colorazione più chiara su pelli di ogni carnagione. Per ottenere un esito pienamente soddisfacente su peli di colorazione chiara, comunque, potrebbero essere necessari più trattamenti di quanti non ne occorrano per il pelo più scuro.

- Quando posso aspettarmi di vedere i risultati del trattamento di epilazione laser?

Il trattamento è progressivamente definitivo. Ogni seduta consente di eliminare dal 20 al 50 per cento del patrimonio pilifero indesiderato. Il numero di trattamenti necessari dipende dal colore e dalla tipologia dei peli, dalla zona del corpo e dalla carnagione della pelle. Generalmente occorrono dalle 4 alle 6 sedute con diverse intervalli l’una dall’altra.

- Il trattamento di epilazione laser è doloroso?Il raffreddamento della superficie della pelle nonché la misurazione costante della sua resistenza elettrica garantiscono sicurezza e comfort durante il trattamento.

Il raffreddamento della superficie della pelle nonché la misurazione costante della sua resistenza elettrica garantiscono sicurezza e comfort durante il trattamento. Questa è una procedura che non impone tempi di convalescenza: molti pazienti ritornano alle loro normali attività immediatamente dopo il trattamento Lifting mininvasivo non chirurgico

 

LIFTING NON CHIRURGICO

- A quale età è consigliato il trattamento di lifting mininvasivo con i fili Silhouette Soft?

Normalmente l’inserimento dei fili Silhouette Soft è consigliato a pazienti, sia donne che uomini, dai 40 ai 60 anni. Il risultato è assolutamente naturale, senza alcuna traccia né cicatrice visibile, a differenza del lifting chirurgico.

- Che durata ha il risultato ottenuto con Silhouette Soft?

L’effetto del trattamento  si mantiene per circa 18-24 mesi. Nel frattempo, l’acido polilattico stimola la formazione di nuovo collagene,  e il processo di fibrosi contribuisce a ricompattare e tonificare la pelle, con l’effetto di un miglioramento generale dell’aspetto del viso.

- È possibile abbinare l'inserimento dei fili ad altri trattamenti estetici?

Il metodo Silhouette Soft non pregiudica la possibilità di impiegare, anche nella stessa seduta,  filler e  tossina botulinica, per contrastare la presenza delle rughe dinamiche.

- Vi sono altre applicazioni del metodo Silhouette Soft?

Sono tuttora in fase di studio le possibilità di impiego dei fili Silhouette Soft su altre parti del corpo, ad esempio per praticare il lifting del seno (mastopessi), o per ottenere il risollevamento e la tonificazione di glutei e braccia. Durante la visita, il chirurgo plastico sarà in grado di stabilire se, nel vostro caso, la procedura di inserimento dei fili Silhouette Soft può essere idonea a risolvere questo genere di problematiche.

 

LIPOFILLING

- Quanto tempo dura il grasso trapiantato con il metodo del lipofilling?

La risposta a questa domanda è molto variabile in quanto la qualità del grasso non è sempre la stessa, sia per la zona di prelievo sia per le caratteristiche dell’individuo. Generalmente almeno un 30-40% del grasso impiantato viene riassorbito nei primi mesi pertanto, quando possibile, si cerca di ipercorreggere l’area.

- Il lipofilling è una procedura che si può ripetere?

Questa tecnica è molto poco invasiva, generalmente eseguita in anestesia locale e pertanto può essere tranquillamente ripetuta a distanza di qualche mese.

- È possibile aumentare il volume del seno con il lipofillig?

Si è possibile ma vi sono diverse limitazioni. Sicuramente la tecnica del lipofilling ha l’innegabile vantaggio di non essere un intervento chirurgico vero e proprio, tuttavia questa tecnica può essere utilizzata solo per aumenti del seno molto contenuti. Una parte considerevole del grasso iniettato verrà comunque riassorbita fisiologicamente subito dopo l’intervento. Se poi, nel corso del tempo, la paziente si sottoporrà a diete o a repentini cali di peso, magari perché avrà iniziato a fare sport, dovrà aspettarsi di vedere diminuire ulteriormente il volume del seno. Inoltre tale procedura richiederebbe diversi interventi (4-5) poiché, considerata la ristretta area di innesto, oltre un certo volume di grasso iniettato la probabilità di attecchimento si riduce notevolmente. In definitiva il lipofilling non si addice a donne molto magre, o che desiderino un aumento significativo del seno. Di contro il lipofilling trova ampio impiego come tecnica adiuvante la mastoplastica additiva con protesi; infatti possono a volte residuare piccole zone di contorno irregolare e fastidiose pieghe: innestando grasso è possibile correggere tali difetti.

 

SENO

- Devo fare la mastoplastica additiva: che protesi avrò e come verranno inserite?

È difficile prevedere quale si rivelerà la soluzione più indicata per ogni singolo caso: è una decisione che il chirurgo valuta personalmente con la paziente al momento della visita. La scelta della tecnica operatoria infatti richiede una valutazione qualitativa e quantitativa dei tessuti e una valutazione della conformazione della gabbia toracica. Da questi elementi, in sostanza, dipenderà la scelta di forma, volume e dimensioni dell’impianto, ma soprattutto, la scelta dell’incisione chirurgica (solco sottomammario, periareolare, cavo ascellare). Il volume e le dimensioni dell’impianto da utilizzare dipendono quasi esclusivamente dall’esame obiettivo, dalle misurazioni effettuate e anche dai desideri della paziente. In generale è possibile affermare che la scelta corretta dell’impianto è quella che ci darà un risultato post-operatorio più naturale possibile, rispettando sia l’equilibrio della regione toracica che di tutto il corpo. Ma intanto alla paziente possiamo offrire fin da subito una certezza: l’impianto sarà di marca Allergan, con garanzia a vita.

- È preferibile avere le protesi al di sotto o al di sopra del muscolo pettorale?


Le protesi possono essere poste in una tasca retro ghiandolare, retro muscolare o parzialmente retro muscolare. La scelta sulla loro posizione è valutata dal chirurgo che valuterà il tipo di tessuto dalla paziente e la entità dell’ingrandimento da realizzare Non esiste un posizionamento perfetto. In generale, con un seno molto piccolo è più indicato il posizionamento sottomuscolare o la tecnica “Dual Plane”. Quando invece vi è un adeguato spessore del tessuto mammario, la protesi verrà posizionata in sede retromammaria.
Questo tipo d’intervento richiede un tempo limitato che non supera quasi mai l’ora.
Grazie alle moderne tecniche anestesiologiche è possibile evitare il ricorso alla anestesia generale, il che rende più sicuro l’intervento.
Oggi grazie alla ipnosi combinata al blocco intercostale, l’intervento può essere eseguito a paziente sveglio e senza dolore; grande vantaggio per chi per motivi particolari non può subire l’anestesia generale.

- Dopo la mastoplastica additiva si vedrà che è un seno “finto”?

Per avere un seno rifatto senza essere marcate come “ donne con il seno finto ”, basta non esagerare con le dimensioni del seno: l’aumento del seno deve essere proporzionato al fisico della donna. Un altro effetto che può far sembrare il seno poco naturale e quindi rifatto è il rigonfiamento della parte superiore del seno dovuto alla sporgenza delle protesi. Per evitare questo effetto basta utilizzare le protesi anatomiche o “a goccia”.

- Quali rischi comporta l’intervento di mastoplastica additiva?

La quasi totalità delle complicanze a medio e lungo termine della mastoplastica addititva sono legate all’utilizzo di protesi: non si può escludere la possibilità che la protesi stessa si rompa, o che venga rigettata. In questo consiste, sostanzialmente, la contrattura capsulare: si tratta di una  reazione da corpo estraneo. Quando è grave, può provocare dolore e mal posizionamento dell’impianto. Si rendono quindi necessari interventi locali (rottura manuale della capsula) o la sua asportazione e successiva sostituzione. La frequenza di contrattura capsulare è drasticamente diminuita grazie all’utilizzo di impianti a superficie testurizzata (rugosa) e collocati in posizione retroghiandolare. Purtroppo è invece accertato che una piccola percentuale di protesi vanno incontro a rottura spontanea dopo un certo periodo di tempo, richiedendo la sostituzione. In realtà la rottura delle protesi di ultima generazione non causa alcun sintomo, e la paziente non si rende neanche conto dell’ avvenuta rottura. Di norma, comunque, una volta diagnosticata la rottura di una protesi (mediante ecografia o, preferibilmente, risonanza magnetica), si procede comunque alla sua sostituzione, sia per motivi estetici sia per la frequente presenza concomitante di contrattura capsulare

- É necessario il ricovero in clinica dopo l’operazione di mastoplastica additiva?

Una mastoplastica additiva può essere eseguita sia in anestesia generale che in sedazione ed anestesia loco-regionale. Quest’ultima è decisamente quella che preferisco e che utilizzo maggiormente. Infatti permette sia di evitare i rischi ed i fastidi dell’anestesia generale sia di praticare l’intervento in regime di day surgery, ritornando a casa lo stesso giorno e senza prescrizione di particolari analgesici per il perdurare del blocco intercostale dato dall’anestesia locale. Comunque a scelta del tipo di anestesia dipende dal tipo di intervento, dai desideri del paziente e dal giudizio del medico, precisando comunque che la tecnica con sedazione offre ottime garanzie di sicurezza e non comporta particolare fastidio o dolore.

- Al tatto si possono sentire le protesi mammarie?

La naturalezza del seno e la morbidezza al tatto sono il risultato di un perfetto posizionamento delle singole protesi: siano esse inserite sotto ghiandola, sotto muscolo o misto l’adeguata “copertura” non permettere di avvertirla al tatto. Tuttavia se la paziente dopo la mastoplastica additiva dovesse dimagrire drasticamente e dato che il tessuto mammario è composto prevalentemente di grasso, la protesi avrà una copertura carente e potrebbe allora essere avvertita al tatto. Si consiglia quindi di avvicinarsi all’intervento con il peso forma desiderato e stabile nel tempo.

- Le protesi mammarie tendono ad essere più fredde rispetto al resto del corpo?

Le protesi del seno hanno la stessa temperatura del corpo ossia la stessa temperatura che avrebbero le mammelle senza protesi. Una mammella molto piccola è sempre aderente al corpo e di conseguenza viene riparata dagli sbalzi termici. Un seno di dimensioni maggiori, indipendentemente dalla presenza o meno di una protesi, avrà una maggiore esposizione verso l’esterno e di conseguenza sarà possibile che, con temperature esterne rigide, sia meno caldo del resto del corpo. A differenza di un tempo il periodo post operatorio richiede alcune attenzioni che vanno seguite precocemente. Le pazienti se dimesse, torneranno per un controllo il giorno successivo, in quest’occasione sono rimosse tutte le medicazioni, e s’istruiscono le pazienti a come eseguire il massaggio del seno (early massage),manovra utile per ridurre il rischio di contrattura capsulare.

- Le protesi mammaria hanno una durata?

Per quanto riguarda le protesi in gel di silicone di ultima generazione non esista in teoria una limitazione di durata.  Ciò non significa comunque che tale durata sia illimitata per l’intera vita, ma solo che non esistono dei dati definitivi a riguardo. Le protesi di vecchia generazione sono state sostituite dopo un periodo variabile tra 10 e 15 anni. Le protesi di ultima generazione sono tecnologicamente assai più evolute rispetto ad esse, ma la loro effettiva durata è comunque da supporsi, per quanto più prolungata, comunque limitata nel tempo. Inoltre a causa dei normali processi di invecchiamento, della gravità, di eventuali gravidanze e/o variazioni ponderali la mammella “aumentata”  andrà incontro ad alterazioni di forma negli anni (esattamente come una mammella naturale).  Un reintervento si renderà quindi prima o poi necessario sia per queste ragioni che per la durata delle stesse protesi. 

- Quanto pesano le protesi mammarie?

Dipende dal tipo di protesi utilizzata, dalla sua grandezza e dal volume di riempimento. Ciò che è necessario sapere è che il peso specifico della protesi è molto simile a quello del tessuto mammario; questo sta a significare che 100 cc di protesi pesano quanto 100 cc di tessuto mammario.

- È possibile l’allattamento dopo aver subito una mastoplastica additiva?

Sì, l’inserimento delle protesi non influisce con l’allattamento. Molte donne che si sono sottoposte a mastoplastica additiva hanno allattato i loro bambini senza alcun problema. La sostanza che costituisce la protesi non è nociva , né rilascia componenti trasmissibili ai neonati attraverso il latte. E’ importante dire al chirurgo se contemplate una gravidanza dopo una mastoplastica additiva. Di solito, è opportuno comunque attendere almeno sei mesi dopo l’intervento. Una gravidanza può avere effetti non prevedibili sul volume mammario, e può alterare significativamente il risultato a lungo termine di una mastoplastica additiva.

- Quanto tempo dopo l’intervento è possibile esporsi al sole?

Durante il primo mese è importante evitare l’esposizione al sole, alle lampade U.V.A., al calore intenso di saune e bagni turchi. Successivamente il sole più che sulla protesi influisce sulla cicatrizzazione. L’esposizione diretta ai raggi solari o alle lampade ultraviolette di qualsiasi cicatrice influenza la pigmentazione dell’epidermide. E’ necessario attendere 8-12 mesi perché le cicatrici maturino definitivamente, appiattendosi e divenendo più bianche. Per tale periodo, esse non dovranno essere esposte direttamente al sole (quindi impiegare indumenti coprenti o creme solari con SPF 50+)

- Dopo la mastoplastica additiva è opportuno per un breve periodo limitare i movimenti, soprattutto quelli delle braccia.


La ripresa dell’attività sportiva potrà avvenite solo dopo aver ricevuto il benestare del chirurgo che consentirà una graduale ripresa delle attività dopo due settimane.

- É possibile viaggiare in aereo o fare attività subacquea se si hanno delle protesi?

Assolutamente sì. Le protesi non subiscono variazioni né a bordo degli aerei, né nelle profondità marine. Gli episodi riportati con molta enfasi da parte dei mass media qualche tempo fa, riguardavano alcuni tipi di protesi riempite ad aria o fisiologica, che oggi non vengono più utilizzate.

- L’intervento di mastoplastica additiva può essere praticato sulle minorenni?

Le ragazze con meno di 18 anni non possono sottoporsi a mastoplastica additiva, salvo in caso di malformazioni o asimmetrie gravi. Nel giugno 2012, infatti, la Commissione Affari Sociali della Camera ha approvato il disegno di legge che vieta gli interventi al seno per fini estetici sulle minorenni e multa i chirurghi che non rispetteranno il divieto con una sanzione fino a 20mila euro e una sospensione di tre mesi dall’attività medica. La stessa legge ha previsto l’istituzione del registro delle protesi mammarie per monitorare sul territorio nazionale gli interventi di questo tipo e per tutelare ulteriormente la paziente.

- Le protesi mammarie possono interferire con l’esecuzione di indagini diagnostiche quali mammografia ed ecografia?

Premesso che resta sempre necessaria l’esecuzione di un’ecografia e/o mammografia prima dell’intervento, la presenza delle protesi non limita in nessun modo la possibilità di eseguire l’ecografia o la mammografia successivamente. Secondo diversi studi, il posizionamento sottomuscolare interferisce  meno con l’interpretazione mammografica rispetto al posizionamento sottoghiandolare.

- Vi è una correlazione fra tumore della mammella e mastoplastica additiva?

Tutti gli studi più autorevoli recenti hanno dimostrato sia che non esiste alcun rischio aumentato di carcinoma della mammella per donne sottoposte a mastoplastica additiva, sia che la presenza delle protesi non interferisce con la diagnosi di tumore.

- Ci sono periodi dell’anno in cui è più consigliabile eseguire gli interventi al seno?

L’intervento può essere eseguito in qualsiasi periodo dell’anno, si preferisce però evitare i mesi centrali dell’estate (Luglio ed Agosto): il caldo, infatti, favorisce l’edema (gonfiore) e rende meno confortevole indossare lo speciale reggiseno elasto-compressivo che va portato dopo l’intervento.

- In cosa consiste l'intervento di riduzione del seno?

L’intervento di mastoplastica riduttiva consiste nell’asportazione di parte della cute e del tessuto sottocutaneo. Il risultato è un innalzamento del complesso areola-capezzolo e il rimodellamento dei tessuti circostanti.

- L'operazione di mastoplastica riduttiva lascia delle cicatrici?

La riduzione mammaria, indipendentemente dalla tecnica utilizzata, produce sempre cicatrici estese. Generalmente vi è una cicatrice a forma di T rovesciata inizialmente molto rossa e rilevata. E’ necessario attendere 8-12 mesi perché le cicatrici maturino definitivamente, appiattendosi e divenendo più bianche e sottili. Tuttavia in alcune pazienti il processo di cicatrizzazione può risultare in cicatrici ipertrofiche o cheloidi. Tale possibilità non è predicibile prima dell’intervento, anche se assai rara

- Quale anestesia è consigliata per l’operazione di mastoplastica riduttiva?

Una mastoplastica riduttiva può essere eseguita sia in anestesia generale (di solito con una notte di degenza) sia, per i casi meno impegnativi, in sedazione ed anestesia locale (in day hospital, quindi senza degenza).

- Potrò affrontare una gravidanza dopo un intervento di mastoplastica riduttiva? E potrò allattare?

Una gravidanza può avere effetti non prevedibili sul volume mammario, e può alterare significativamente il risultato a lungo termine di una mastoplastica riduttiva. Si può affermare quindi che una gravidanza non è controindicata ma bisogna essere consapevoli della possibilità di dover effettuare correzioni successive. L’allattamento di solito non viene compromesso in modo significativo dall’intervento, anche se ciò dipende anche dal grado di volume in eccesso e dal tipo ed estensione della manipolazione intraoperatoria della ghiandola.

- Vi è una correlazione fra tumore della mammella e mastoplastica riduttiva?

Assolutamente no. Non c’e’ alcuna correlazione tra mastoplastica riduttiva e tumore della mammella; ossia le donne che hanno avuto tale intervento non hanno poi una incidenza di tumore più alta rispetto al resto della popolazione.

- L’intervento di mastoplastica riduttiva può interferire con l’esecuzione di indagini diagnostiche quali mammografia ed ecografia?

La mastoplastica riduttiva non limita in nessun modo la possibilità di eseguire successive mammografie o ecografie. L’utilità di una mammografia preoperatoria, oltre che per escludere malattie della mammella antecedenti all’intervento, è poi, per la paziente, quella di mantenere un dato di riferimento da confrontare con le mammografie di controllo negli anni futuri.

- È possibile ringiovanire il seno?

Si, è possibile grazie all’intervento di mastopessi che ringiovanisce il seno perché lo rassoda e ne rialza la struttura, donando una forma e una proiezione più giovani. Lo svuotamento dei volumi, che rappresenta un altro dei segni di invecchiamento del seno, può essere risolto con l’inserimento di protesi mammarie nel corso della stessa mastopessi. Il risultato, calibrato in base alle esigenze della paziente, è senz’altro sorprendente.

- Nel lifting al seno (mastopessi) è sempre necessario l’inserimento delle protesi?

La mastopessi di per sé è l’interveto ideale per risollevare il seno. Se poi il seno appare svuotato, oltre che rilassato, è possibile intervenire inserendo anche una protesi, in modo da rimodellarlo sollevandolo e aumentandolo. Spesso tuttavia, nella normale procedura di mastopessi, il seno acquista una certa pienezza e appare più voluminoso, pur non avendo inserito protesi, grazie all’effetto di rialzamento del tessuto mammario ( “auto protesi”).

- È possibile effettuare la mastopessi in anestesia locale?

La mastopessi è generalmente effettuata in anestesia locale con sedazione. E’ tuttavia possibile effettuare l’anestesia generale nei casi più complessi.

- Si può fare la mastopessi anche se si hanno le protesi di una additiva precedente?

Sì. La mastopessi server per dare una nuova tonicità ai tessuti rilassati. Nel caso della presenza di protesi, queste possono essere sostituite con altre di forma e dimensioni più adeguate, in modo da ottenere il rimodellamento migliore.

- Potrò affrontare una gravidanza dopo un intervento di mastopessi? E potrò allattare?

Una gravidanza può avere effetti non prevedibili sul volume mammario, e può alterare significativamente il risultato a lungo termine di una mastopessi, specie se si è trattato di una mastopessi combinata ad additiva. . Si può affermare quindi che una gravidanza non è controindicata ma bisogna essere consapevoli della possibilità di dover effettuare correzioni successive. Riguardo l’allattamento, questo di solito non viene compromesso dall’intervento, anche se ciò dipende anche da molti fattori, tra cui il grado di ptosi e l’estensione della manipolazione intraoperatoria della ghiandola.

- Vi è una correlazione fra tumore della mammella e mastopessi?

Assolutamente no. Non c’e’ alcuna correlazione tra mastopessi e tumore della mammella; ossia le donne che hanno avuto tale intervento non hanno poi una incidenza di tumore più alta rispetto al resto della popolazione.

- L’intervento di mastopessi può interferire con l’esecuzione di future indagini diagnostiche quali mammografia ed ecografia?

La mastopessi non limita in nessun modo la possibilità di eseguire successive mammografie o ecografie. L’utilità di una mammografia preoperatoria, oltre che per escludere malattie della mammella antecedenti all’intervento, è poi, per la paziente, quella di mantenere un dato di riferimento da confrontare con le mammografie di controllo negli anni futuri.

 

TRATTAMENTI LIGHT

- Qual è l’età giusta per iniziare i trattamenti di medicina estetica? Ed esiste un limite d’età oltre il quale questi trattamenti non sono più efficaci?

Negli anni passati erano soprattutto le over quaranta che ricorrevano alla medicina estetica; oggi due pazienti su tre cominciano subito dopo i 30 anni. E molte giovanissime si rivolgono al medico estetico per avere consigli su come preservare la propria bellezza. Non c’è un limite d’età, ma bisogna evitare i trattamenti pericolosi o inutili. Quelli più adatti in età avanzata sono i filler a base di acido ialuronico, le sedute di biorivitalizzazione con acido ialuronico abbinato a sostanze nutrienti, antiossidanti e ristrutturanti, le sedute laser antiaging, i trattamenti di ringiovanimento delle mani. La tossina botulinica paradossalmente realizza i maggiori risultati sulle persone più giovani, perché man mano che la pelle, con gli anni, si scolla dai muscoli, ha sempre meno senso utilizzare un farmaco che agisce proprio a livello muscolare.

- Possono verificarsi delle reazioni secondarie dopo dei trattamenti di medicina estetica?

Il tipo e l’entità delle reazioni secondarie che possono presentarsi varia da paziente a paziente. In ogni caso qualunque fenomeno si presenti può durare al massimo non più di 7-10 giorni. Potrebbero verificarsi reazioni infiammatorie che provocano, per esempio, edema ed eritema, che possono essere associate a formicolio, prurito o dolore alla palpazione del punto d’iniezione; sulla zona trattata potrebbero comparire noduli o indurimenti; non infrequente la comparsa di ecchimosi. Tali fenomeni dipendono anche dallo stile di vita del paziente; egli infatti dovrà osservare scrupolosamente i consigli del medico, evitando, nel periodo di assestamento, esposizioni al sole, fonti di calore, massaggi, assunzioni di determinati medicinali e riducendo il consumo di fumo e alcool. In questo modo sarà più facile che le reazioni post-trattamento si riducano al minimo. Il medico fornirà tutte le spiegazioni del caso, e prescriverà una cura pre e post-trattamento che può variare in funzione del paziente.

- Cosa sono i filler?

I filler o riempitivi rappresentano una percentuale altissima nei trattamenti in medicina estetica. Nella categoria filler raggruppiamo una serie di sostanze il cui l’utilizzo e’ mirato alla  correzione di inestetismi del volto e del corpo, come rughe, deficit di volumi ed esiti di traumi. Dal punto di vista strettamente biologico possiamo suddividerle grossolanamente come riempitivi riassorbibili, semipermanenti o permanenti temporanei e permanenti.
I filler riassorbibili come il collagene e l’acido ialuronico hanno il vantaggio di essere facilmente tollerati dall’organismo ma danno un aumento di volume temporaneo (dai 4 agli 12 mesi). I filler semipermanenti hanno il pregio di dare un risultato estetico più duraturo (dai 12 ai 36 mesi) ma, seppur raramente, possono provocare reazioni da corpo estraneo (granulomi).I filler permanenti, come il silicone, hanno il vantaggio di dare un risultato estetico definitivo ma talvolta possono dare una reazione di rigetto non prevedibile e difficilmente controllabile e correggibile. A mio parere, comunque, è sempre preferibile l’uso di filler riassorbibili perché consentono al paziente di decidere se proseguire il trattamento o tornare alla sua condizione naturale e non provocano alcun effetto collaterale.

- Quali sono i rischi legati all’utilizzo dei filler?

Per quanto riguarda l’utilizzo clinico dei riempitivi temporanei ricordiamo che a parte quelle che possono essere le piccole complicanze dovute all’immediato post trattamento come rossore, edema ed ecchimosi, per il resto non sono segnalate reazioni di tipo allergenico e molto  raramente reazioni infettive dovute più che altro a scarsa igiene nel momento dell’iniezione .
Discorso ben più complesso e’ quello inerente ai riempitivi permanenti che essendo dei corpi estranei determinano sempre una reazione del nostro organismo , definita reazione granulomatosa cronica. Tale reazione e’ dominata dai fibroblasti, le cellule del nostro organismo che gestiscono tutte le reazioni infiammatorie o riparative del nostro corpo.
Se il corpo estraneo entra in uno stato di equilibrio con l’organismo non si avverte nessuna reazione visiva o palpatoria, talvolta succede che la reazione da infiammatoria cronica diventi acuta e si formino noduli grossi , duri, dolenti e qui cominciano i problemi (terapie cortisoniche, chirurgiche.), che non sempre riescono a controllare stabilmente queste problematiche . In Italia le commissioni di controllo non hanno registrato casi drammatici in cui i pazienti  ci hanno rimesso la vita, ma notevoli sono i casi di denuncia per volti deturpati da un filler permanente. Oggi questi riempitivi permanenti non si usano quasi più nel nostro Paese, anche su indicazioni della comunità scientifica internazionale. Si usano cioè solo filler riassorbibili, meno rischiosi, benché dagli effetti limitati nel tempo.

- Come riconoscere se il trattamento è stato eseguito correttamente e come riconoscere i prodotti a rischio?

È importante chiedere le caratteristiche del filler proposto, sapere come reagirà al passare del tempo e soprattutto da quanto tempo viene utilizzato. Un’informazione, quest’ultima, che vuol veramente dire conoscere un filler, al di là delle presentazioni entusiastiche fatte dagli informatori delle società produttrici. Molti pazienti non hanno la benché minima idea di ciò che gli e’ stato iniettato . Il problema inerente ai riempitivi permanenti e’ che non sempre i medici che li utilizzano avvertono i pazienti sia del tipo di sostanza utilizzata sia degli effetti collaterali. Bisogna prestare massima attenzione a come viene eseguito il trattamento (i materiali utilizzati devono essere monouso e sterili) e a chi lo fa (il medico e non l’assistente o la segretaria!).
I pazienti dovrebbero guardare bene le siringhe che vengono utilizzate o ancora meglio farsi aprire il prodotto dalla scatola direttamente. Inoltre bisogna sempre farsi consegnare l’etichetta identificativa del prodotto utilizzato (presente in ogni confezione) che permette di rintracciare tutti i prodotti in ogni momento riportando un numero di serie identificativo del lotto di produzione. Si può in pratica risalire a quale ospedale, distributore o clinica siano stati forniti

- Perché bisogna affidarsi ad una clinica e/o ad un medico estetico per i trattamenti con filler?

La legge italiana stabilisce che solo un medico può inoculare materiali di questo tipo. È fondamentale rivolgersi a un professionista serio e affidabile, di cui si conosce il curriculum e che, in caso di necessità, si sappia dove trovare e sia in grado di gestire le eventuali complicanze. Ricordiamo inoltre che i filler delle aziende più serie vengono distribuiti solo a medici e specialisti. Anche per questo motivo si devono assolutamente evitare infiltrazioni nella cabina dell’estetista, dal parrucchiere o in un locale ricavato in palestra. Anche se si tratta di trattamenti definiti “light” è fondamentale eseguirli presso ambulatori medici, cliniche e ospedali in grado di garantire norme igienico sanitari che riducono al minimo il rischio di complicanze infettive e siano in grado di far fronte ad ogni possibile problematica.

Le rughe che si sviluppano verticalmente sopra e sotto il contorno della bocca (rughe periorali) sono frequenti nelle persone con pelle sottile e in quelle e che contraggono molto il muscolo orbicolare della bocca (ad esempio le donne fumatrici). Nell’uomo, invece, che presenta una pelle molto più spessa, questo difetto estetico non si riscontra quasi mai. Le rughe periorali possono essere solo migliorate, ma non eliminate del tutto, con una combinazione di vari trattamenti che agiscono su tutti gli elementi che ne determinano l’insorgenza. Più precisamente, la cute deve essere trattata con delle tecniche che permettano di levigare lo strato più superficiale come la dermoabrasione, il laser e i peelings medio-profondi. Il grasso sottocutaneo che si è assottigliato deve essere rimpiazzato con materiali di riempimento quali acido ialuronico. Talvolta, il muscolo orbicolare della bocca deve essere decontratto mediante piccole iniezioni di botulino per permettere al muscolo di rilassarsi e inibire la formazione delle rughe da espressione.

- Ho sentito parlare di un filler particolare il Radiesse®: cos’è e come funziona?

Radiesse® è un filler unico nel suo genere composto per il 30% da microsfere sintetiche di idrossiapatite di calcio e per il 70% da una soluzione acquosa di gel. E’unico per due motivi: innanzitutto Radiesse® assume le caratteristiche del tessuto intorno alla zona in cui viene utilizzato dato che aumenta la produzione di collagene naturale nella pelle. In pratica il medium gelatinoso scompare in pochi mesi e i fibroblasti formano nuovo collagene naturale che darà un volume maggiore e una pelle più liscia. Inoltre, pur essendo completamente riassorbibile, il suo effetto dura molto di più rispetto ai filler a base di acido ialuronico: dai 12 ai 24 mesi. Viene utilizzato per il ripristino del volume del viso, degli zigomi, per la riduzione delle pieghe naso-labiali, per la correzione del rilassamento degli angoli della bocca, della linea della mascella, del naso, per l’aumento del mento piccolo o sfuggente.

- Radiesse® è un prodotto sicuro?

Si tratta di un prodotto con un profilo di sicurezza molto elevato. L’idrossiapatite di calcio è stata utilizzata per oltre 20 anni in chirurgia ed odontoiatria. La sua sicurezza è stata ampiamente dimostrata attraverso numerosi studi in vitro e in vivo e il prodotto è biocompatibile al 100%. Inoltre Radiesse® è approvato dall’FDA per la correzione di rughe e solchi facciali di grado da moderato a grave; in Europa Radiesse® è certificato CE per la chirurgia plastica e ricostruttiva, compreso l’aumento volumetrico del sottocute della faccia.

- Come si può ringiovanire la pelle del volto e del collo?

Tutte le metodiche che sfruttano la capacità della pelle del viso del collo di rigenerarsi quando stimolata dall’ esterno vengono chiamate biostimolazioni. La biostimolazione può essere sia di tipo chimico iniettivo (ac. ialuronico nella versione biostimolante, aminoacidi, vitamine.), chimico applicativo (peeling) sia di tipo meccanico (needling) o strumentale (radiofrequenza,). Tutte queste tecniche si propongono con successo ad accelerare il normale turnover delle nostre cellule (rapporto tra cellule che si rinnovano e cellule che si invecchiano) al fine di un aumento dell’elasticità e del tono cutaneo. La biostimolazione iniettiva con acido ialuronico è probabilmente la più conosciuta. Si tratta di un acido ialuronico più fluido rispetto a quello utilizzato per il riempimento delle rughe cutanee che viene iniettato con dei micropomfi diffusi sulle aree interessate (collo, viso, decolleté). Questo tipo di biostimolazione prevede un protocollo consistente in 5-6 sedute con frequenza ogni 14 giorni fino ad arrivare ai mantenimenti mensili o bimensili.

- Quando è consigliata la biostimolazione con acido ialuronico?

Quando la pelle del viso, del collo o del decolleté inizia a risultare avvizzita, atrofica, poco luminosa, discromica, lassa è arrivato il momento di fare qualcosa. Sicuramente è più frequente che il paziente arrivi quando esiste già una certa problematica, anche se il consiglio è quello di prevenire questa evenienza per non avere tutta la strada in salita. In questo tipo di trattamento la costanza paga con dei risultati molto soddisfacenti.

- Cos'è il Botulino?Perché se ne parla così tanto?

Il botulino è una sostanza prodotta dal batterio Clostridium Botulinum, ed era già utilizzata da molti anni in medicina, in particolare in oculistica per la correzione dello strabismo.
A partire dagli anni novanta iniziarono le prima sperimentazioni in medicina estetica. 
In particolare venne studiata la capacità della tossina botulinica, iniettata in minime quantità all’interno di un muscolo, di bloccarne la contrazione, impedendo il rilascio del neurotrasmenttitore acetilcolina. Il rapido successo che ha riscontrato il botulino negli ultimi anni, è dovuto alla sua efficacia nell’attenuare o eliminare le rughe di espressione, provocate dalla contrazione dei muscoli mimici facciali, mediante un trattamento rapido, pressoché indolore, senza tempi di convalescenza o di recupero e ripetibile nel tempo, in quanto gli effetti sono temporanei e reversibili

- La tossina botulinica è come l’acido ialuronico?

No, la prima rilassa il muscolo sottostante le rughe, il secondo riempie la ruga. Possono essere utilizzati entrambi: prima la tossina e poi l’acido ialuronico.

- Quali sono le rughe che possono essere trattate con la tossina botulinica?

Le rughe orizzontali della fronte dovute alla contrazione del muscolo frontale, quelle perioculari a “zampa di gallina” dovute al muscolo orbicolare dell’occhio, quelle glabellari tra le sopracciglia dovute al muscolo corrugatore, quelle sopra la piramide nasale dovute alla contrazione del muscolo procero.

- Quando inizia a fare effetto la tossina botulinica?

Dipende dal prodotto usato. Attualmente in commercio sono autorizzate quelle denominate Vistabex, Bocouture , Azzalure. Con le prime due gli effetti iniziano a vedersi dai 7 ai 10 giorni dopo il trattamento. Con l’Azzalure la tempistica è ridotta di alcuni giorni.

- La tossina botulinica altera la fisionomia del volto?

La tossina botulinica ha l’effetto di rilassare solamente il muscolo nel quale viene iniettato. Per tale motivo le iniezioni di una adeguata quantità di tossina botulinica garantiscono un’espressione naturale e non alterano la fisionomia del volto. I visi “plastificati” che a volte si vedono anche in personaggi dello spettacolo sono dovuti all’uso di eccessive quantità di tossina botulinica.

- Perché dopo un trattamento con botulino non si deve fare attività fisica?

Oltre a non fare attività fisica è sconsigliato massaggiare le zone iniettate, usare il casco, lavarsi i capelli (stando quindi a testa bassa) per almeno 24 ore. Tutto questo perché c’è il rischio che la tossina botulinica migri, spostandosi verso altri muscoli che verrebbero così indeboliti alterando la mimica facciale. Un esempio può essere quello dell’abbassamento della palpebra superiore se la tossina si sposta dal muscolo corrugatore al muscolo elevatore della palpebra.

- Sudo tantissimo in particolare quando mi agito: c’è qualche rimedio?

Certamente. Le persone che hanno problemi di eccessiva sudorazione hanno anche a che fare con una serie di questioni sociali causate da disagio ed imbarazzo: le macchie di sudore sotto le ascelle, la fronte imperlata o le mani e i piedi sempre umidicci.  La tossina botulinica risolve brillantemente i casi di iperidrosi focale. Il trattamento è realizzato con infiltrazioni locali di una soluzione di tossina botulinica. Attraverso tale sostanza, l’innervazione delle ghiandole sudoripare non percepiscono più l’impulso che le spinge a produrre sudore, perciò si riduce l’attività ghiandolare di tutte le zone trattate.  L’effetto della seduta dura mediamente 6-8 mesi ed è ripetibile nel tempo senza controindicazioni. 

- Che cosa è il peeling?

Il peeling chimico è una forma accelerata di esfoliazione che avviene attraverso l’uso di una sostanza chimica. Il peeling chimico crea evidenti cambiamenti nella pelle attraverso tre meccanismi d’azione: stimolazione del turnover cellulare attraverso la rimozione delle cellule morte dello strato corneo (luminosità), eliminazione di cellule epidermiche danneggiate e degenerate, che saranno rimpiazzate da cellule epidermiche normali (uniforma il colore del volto), reazione infiammatoria e attivazione dei mediatori dell’infiammazione che attiva la produzione di nuove fibre di collagene (correzione rughe).

- Su quali rughe può agire un peeling?

Un peeling chimico profondo può migliorare notevolmente le piccole rughe del volto, collo e décolleté. In particolare funziona meglio sulle rughe che sono causate dai ripetuti movimenti facciali ossia le rughe periorali (codice a barre) e le zampe di gallina. Le rughe della fronte e i solchi naso-genieni non sono suscettibili di un miglioramento apprezzabile.

- I peeling sono tutti uguali?

Assolutamente no. Vi sono peeling molto superficiali (utili per ottenere una rimozione dell’opacità cutanea e ridare luminosità alla pelle e per attenuare le pigmentazioni), peeling superficiali (per acne, cicatrici acneiche, lentigo solari, rughe superficiali), peling medio-profondi (per acne nodulocistica, cicatrici, melasma, rughe di media entità) e peeling profondi (da farsi in sala operatoria, magari abbinati a lifting facciali). Naturalmente in base alla profondità varia molto anche la convalescenza sia in termini di quantità di edema e aree disepitelizzate sia in termini di giorni necessari per la scomparsa dei segni sulla zona trattata. Si va da 1-2 giorni per i peeling molto superficiali, 3-5 per quelli superficiali, 7-10 per i medi e più di 15-20 per i profondi

- Avrei bisogno di un peeling ma ho paura della convalescenza e non posso assentarmi troppo dal lavoro

Attualmente la tendenza è quella di preferire i peeling soft. Infatti i peeling profondi oltre a richiedere un’eccessiva assenza dalla vita sociale, comportano anche rischi di complicazioni ed esiti indesiderati. E’ questo il concetto moderno di peeling: eseguendo varie sedute di peeling superficiali o di media profondità otterremo, attraverso un risultato cumulativo, risultati estetici eccellenti e duraturi senza rischi di effetti indesiderati.

- Ho l'acne. Cosa posso ottenere con un peeling chimico?

Se l’acne è in fase attiva e di moderata-lieve entità, il trattamento consigliato è un ciclo di sedute di peeling con acido salicilico. Se l’acne è sotto controllo, ma il problema principale sono gli esiti cicatriziali, si può optare per un peeling TCA (acido tricloroacetico) per ridurre al minimo le cicatrici. Molto utile in quest’ultimo caso è la combinazione con sedute laser ed eventualmente needling

- Ho la rosacea. Potrei ottenere dei risultati con un peeling chimico?

Se si è affetti da patologie dermatologiche quali rosacea, eczema o psoriasi non si è dei buoni candidati per un peeling del viso. La soluzione chimica del peeling provoca infiammazione e arrossamento in tutti i pazienti, come un effetto collaterale normale di guarigione. Se già si è inclini ad infiammazioni della pelle, questo effetto collaterale può durare molto più a lungo e può portare a cambiamenti permanenti della colorazione cutanea. In questi casi si opta per altri programmi di riequilibrio cutaneo quali associazione di biostimolazioni e laser.

- Cosa viene iniettato durante la mesoterapia?

La scelta dei farmaci da inserire nel cocktail viene fatta dal chirurgo plastico in base alla patologia da trattare poiché la mesoterapia è una metodica utilizzata in vari campi della medicina estetica. Esistono farmaci per rivitalizzare l’aspetto della pelle (acido ialuronico, vitamine, amminoacidi ed antiossidanti), farmaci con capacità antiedemigena e capillaro-protettiva che si utilizzano per migliorare gli inestetismi della cute (come la cellulite) oppure per aiutare a sciogliere gli accumuli adiposi localizzati (fosfatidilcolina). Inoltre i farmaci possono appartenere alla farmacopea tradizionale o essere omeopatici.

- La mesoterapia per la cellulite è efficace e risolutiva?

La cellulite è una patologia cronica non risolvibile con nessun tipo di terapia una tantum. Per essere efficace la mesoterapia deve essere eseguita in più sedute, di solito il ciclo prevede dalle 8 alle 10 sedute con cadenza a 7-14 giorni ed eventualmente un “richiamo” ogni mese per stabilizzare i risultati ottenuti. La mesoterapia migliora la cellulite e la superficie a buccia d’arancia ma i risultati devono essere mantenuti nel tempo grazie a programmi personalizzati di richiamo e, soprattutto, deve essere accompagnata da uno stile di vita e da norme alimentari adeguate.

- Le sedute di mesoterapia sono dolorose? Hanno effetti collaterali o richiedono convalescenza?

Le microiniezioni sono effettuate con un ago sottile (“da insulina”) e risultano praticamente indolori o al massimo accompagnate da un lieve fastidio. Dal momento che vengono utilizzati più farmaci è opportuno verificare che il paziente non sia allergico a nessuno di questi. È abbastanza frequente la comparsa di piccole ecchimosi nel punto di iniezione; queste si risolvono spontaneamente nel giro di pochi giorni e devono essere foto protette per evitare pigmentazioni permanenti. Dopo una seduta di mesoterapia, la paziente non deve sottoporsi ad esercizi fisici intensi, e’ preferibile evitare bagni turchi, saune e massaggi vigorosi che ridurrebbero la permanenza del farmaco nelle sedi trattate.

- Ho sentito parlare spesso di fosfatidilcolina come farmaco “sciogli grasso” usato nella mesoterapia: come funziona? È pericoloso?

La fosfatidilcolina solubilizza i grassi e ne promuove la metabolizzazione e l’eliminazione attraverso il flusso ematico. In Italia l’uso è “off-label” cioè non è stato autorizzato l’impiego all’interno del tessuto adiposo per la riduzione del grasso localizzato. E’ stata ritirata dal mercato italiano per motivi commerciali e non perché ha creato danni alla salute, infatti in altri Paesi europei è regolarmente commercializzata (come Lipostabil ). E’ possibile comunque utilizzarla sotto la responsabilità del medico come prodotto galenico preparato in laboratori specializzati con certificazione di qualità. Le regioni corporee maggiormente sottoposte a questo trattamento sono: addome, trocantere (regione dell’anca), fianchi, interno ginocchia. Generalmente vengono consigliate 4-5 sedute a distanza di 3-4 settimane una dall’altra. Le controindicazioni all’iniezione sottocutanea della fosfatidilcolina sono rappresentate dalle malattie del fegato, diabete, malattie infettive acute e croniche, malattie dei reni, malattie ormonali, malattie autoimmuni, allergie severe specialmente nei confronti dell’uovo e della soia, gravidanza, allattamento. Gli eventuali effetti collaterali sono: bruciore e/o formicolio nei punti di iniezione persistente per alcune ore, sensazione pruriginosa, eritema persistente per 24-48 ore, dolorabilità nei punti di iniezione per alcuni giorni, ematomi.

- Per trattare i capillari degli arti inferiori è meglio il laser o la scleroterapia?

La terapia sclerosante rimane la terapia migliore per i vasi sopra i due millimetri; sotto quel valore può essere sostituita dal laser che risulta più indicato per i vasi molto piccoli e superficiali che non si riescono ad incannulare. Va comunque tenuto presente che il trattamento laser degli arti inferiori è molto più complesso del trattamento di quello del volto e quasi sempre non costituisce da solo lo strumento in grado di risolvere il problema. Pertanto  l’indicazione laser  o  sclerosante  deve  essere valutata  sulla  base del  quadro  clinico e  decisa  dal  medico; inoltre  sui  capillari  medio-piccoli l’abbinamento  delle due  tecniche (la  cossidetta sclero-laser)  può  determinare risultati  superiori   alla  tecnica  singola.

- Perché si dice “inutile trattare i capillari, tanto poi ritornano”?

Bisogna distinguere i capillari isolati, spesso  legati a  stasi  del  microcircolo (ossia alla cellulite o panniculopatia), dai capillari  dovuti  a problemi  di  circolo più  importante. Nel  primo caso i  capillari spariranno definitivamente anche se  la  panniculopatia   alla  lunga  ne  potrà  produrre degli  altri; nel  secondo caso il  successo del  laser  avverrà  solo se, a seguito di un indagine ecocolordoppler, verranno individuate e trattate le vene incontinenti. Si deve comunque comprendere che, accanto  al  trattamento, bisognerà curare  il  microcircolo  tramite igiene  di  vita, calze  compressive, integratori etc. Nessun sistema (né  laser né  sclerosanti) garantisce la  non  recidività dei capillari nel  tempo.E’ meglio non massaggiare le zone trattate per alcune ore, quindi, per prudenza, è bene non lavarsi il viso. Chirurgia ambulatoriale

 

VISO

- Perché anche gli oculisti consigliano la blefaroplastica?

Perché molto spesso il prolasso della palpebra superiore, cioè la pelle in eccesso che si ripiega su sé stessa e copre l’occhio, può creare numerosi problemi alla vista in particolare nella visione laterale e verso l’alto. La riduzione del campo visivo provoca un affaticamento dell’occhio e la nascita di fastidiose e insistenti cefalee. La mancanza di una piena apertura dell’occhio può provocare arrossamenti ed irritazioni che possono arrecare problemi alla vista.

- La blefaroplastica danneggia l’occhio e la vista?

Assolutamente no. Per quanto si intervenga in un distretto molto vicino all’occhio, l’operazione non coinvolge nessuna struttura deputata alla visione.

- La blefaroplastica può cambiare la forma degli occhi?


L’intervento classico non serve a modificare la morfologia degli occhi. Per ottenere un cambiamento (allungarli, rialzare gli angoli esterni, ecc.) è necessario associare delle procedure particolari preventivamente concordate con il chirurgo

- La blefaroplastica elimina anche le borse?

Certamente. La blefaroplastica serve ad eliminare le palpebre cadenti e le borse sotto gli occhi. Eliminando l’eccesso di pelle che fa ‘cadere le palpebre’  alleggerisce lo sguardo, elimina le rughe della palpebra superiore e restituisce freschezza all’intero viso. Parte del grasso che costituisce la borsa palpebrale può essere riposizionato per dare all’occhio un aspetto non scavato e più giovanile eliminando così le occhiaie. Non serve invece ad eliminare del tutto rughe e zampe di gallina, così come non rialza le sopracciglia cadenti. Ecco perché, in alcuni casi, la blefaroplastica viene associata al lifting del viso o della fronte.

- L'intervento di otoplastica è doloroso? Il risultato sarà naturale?


L’otoplastica non è un intervento doloroso. L’intervento viene generalmente eseguito negli adulti e negli adolescenti in anestesia locale con eventuale sedazione e nei bambini in anestesia generale. Il risultato estetico è generalmente molto buono e naturale. Comunque per poter ammirare i risultati stabili e definitivi occorrerà attendere almeno sei mesi dall’intervento.

- A che età ci si può operare di otoplastica?

È consigliabile attendere la fine dello sviluppo del padiglione auricolare che avviene generalmente intorno ai 4 anni o l’insorgere di una forte motivazione personale.
Nei bambini questo tipo di intervento è eseguito generalmente tra i 6 e i 14 anni cioè nell’età in cui certi difetti estetici diventano fonte di imbarazzo nel rapporto con i coetanei e possono dare origine a profonde insicurezze. L’otoplastica è comunque frequente anche negli adulti e consente di ottenere gli stessi ottimi risultati estetici.

- Dopo l'intervento di otoplastica, potrò legarmi i capelli o farmi un taglio corto o rischio che si vedano le cicatrici?

Nell’otoplastica le incisioni sono assolutamente invisibili in quanto rimangono nascoste dietro il padiglione auricolare.

- Dopo quanto tempo potrò rimettermi gli occhiali?

Dopo l’intervento di otoplastica è sconsigliato l’uso degli occhiali per almeno un mese per evitare di aggiungere un peso su tessuti che si stanno consolidando. L’incisione viene comunque fatta dietro il padiglione auricolare e quindi non ci saranno problemi, passate le prime settimane, ad indossare qualsiasi modello di occhiale.

- L'intervento di otoplastica può comportare rischi per l'udito?

No perché l’intervento interessa solamente il padiglione auricolare e non tocca l’orecchio interno.

- Che vantaggi ci sono eseguendo l'otoplastica con il laser?

Nessuno. Il laser può essere usato nella otoplastica per sostituire il bisturi al momento dell’incisione iniziale, ma non comporta alcun particolare vantaggio in quanto la cicatrice rimane la stessa e la riuscita dell’intervento dipende dall’abilità del chirurgo nel modellare e suturare la cartilagine del padiglione auricolare e non nell’incisione praticata.

- L’intervento di rinoplastica è molto doloroso? E la rimozione dei tamponi?

Bisogna sfatare il mito del binomio rinoplastica-dolore. La rinoplastica, se condotta correttamente non è dolorosa durante l’intervento e neanche nei giorni successivi. Fino ad oggi non abbiamo avuto un solo paziente che si è lamentato del dolore a tal punto da pronunciare le fatidiche parole “se l’avessi saputo non l’avrei fatto…” Certo, come tutti gli interventi può comportare dei fastidi, ma niente che non possa essere risolto con un buon analgesico. L’altro grande terrore dei pazienti sono i tamponi. Nella maggior parte degli interventi di rinoplastica e’ necessario l’uso dei tamponi endonasali da portarsi per 1-5 giorni (a seconda del tipo di intervento). C’è sempre l’amica della paziente che già ha fatto questo intervento pronta a raccontare di un dolore atroce durante la rimozione dei tamponi. Ma queste persone dove e da chi vanno a farsi togliere i tamponi? Oramai i tamponi sono costituiti da un materiale morbidissimo, immersi in vasellina prima di essere posizionati, si imbibiscono delle stesse secrezioni mucose del paziente durante la loro permanenza. Tutto ciò fa in modo che non si attacchino, diventando quasi delle strutture gelatinose che non creano fastidi durante la rimozione; infatti non vengono strappati ma delicatamente rimossi facendoli scivolare dall’interno. – A che età si può fare l’intervento di rinoplastica? L’intervento di rinoplastica può essere eseguito già dai 14 anni, epoca in cui la parte scheletrica del viso ha completato il suo sviluppo. Questa nuova concezione viene di recente suggerita dagli psicologi, per risolvere alcuni problemi di vita di relazione degli adolescenti che incominciano a soffrire del difetto al naso già a quest’età, nel periodo dei primi approcci e dei primi contatti con gli altri ragazzi.

- La rinoplastica può essere considerato un intervento definitivo?

La rinoplastica è uno dei pochi interventi di chirurgia plastica che sia assolutamente definitivo poiché il naso è una struttura anatomica che non subisce molte variazioni con l’età. I risultati che si otterranno resteranno praticamente inalterati nel tempo.

- Dopo l’intervento di rinoplastica, si può notare che il naso è rifatto?

No. Se la procedura utilizzata è corretta, tutte le incisioni che sono praticate sono invisibili. Quanto al nuovo profilo e alla nuova forma del naso, se il nuovo naso è stato studiato in modo che si possa armonizzare con il resto del viso e se il chirurgo ha rispettato attentamente tutti i principi che sono alla base di questo intervento, nessuno si accorgerà che c’è stato l’intervento chirurgico. Con la rinoplastica anche lo sguardo sarà esaltato, insieme alla bocca, parti che prima erano notate solo secondariamente a causa del difetto al naso.

- Se a livello nasale si sono subiti precedenti interventi non soddisfacenti che cosa si può fare?

Il primo problema che molti lamentano sono le difficoltà respiratorie, poi le asimmetrie della punta e le anomalie del dorso. La rinoplastica secondaria e delle volte anche terziaria e oltre, è un intervento entrato ormai nella routine dei chirurghi plastici abituati ogni giorno a vedere valutare e correggere gli errori del passato che in molti casi sono anche funzionali, cioè di respirazione. In questi casi l’intervento da suggerire per correggere i problemi è la rinoplastica con tecnica aperta che permette al chirurgo di controllare e vedere direttamente gli effetti delle sue manovre sulla piramide nasale. Solo con una piena visione della problematica si riuscirà a correggere i difetti aiutandosi o con la cartilagine prelevata dal setto o dall’orecchio o in mancanza con materiali sostitutivi.

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